29/06/11

The Curse of the Yet Unreleased

Abbondante e assai facile da pescare nel torrent, oggi mi capita questo curioso titolo:

The woman di L.McKee (2011)

Una allegoria simil-horror psico-sociologica sempre ai limiti del ridicolo; attori pessimi e anche spiacevoli a vedersi, tremende canzonette folk a profusione; The Woman è tutto questo, e molto meno. 
Qualunque cosa avrebbe voluto essere, comunque, il fallimento è assoluto su tutta la linea.


Mi vengono in mente certi horreurs à la campagne francesi che al momento della visione sembravano imitazioni scadenti dei veri country horror americani; questo film pare una rivalsa, una presa di posizione assoluta e indiscutibile: nessun brutto film francese sarà mai tanto brutto quanto un brutto film americano.


In questo senso, The Woman è una pietra miliare.

Non perdetevi il libro.

Etilismo marziale, scimmia filmica

Mi piace Jackie Chan; è forse l'unico Orientale che mi sia davvero simpatico, ma viste le mie simpatie è anche una delle poche persone al mondo che possa vantare questa qualità; in questo film, che lo ha reso celebre in America e nel mondo, dimostra di essere il più incredibile stunt marziale della storia del cinema. 
Rivediamo in azione la Axe Gang che ricordiamo in Kung Fu Hustle, e che sembra sia esistita davvero a Shangai:




Purtroppo i numeri di Jackie non si possono apprezzare per fotogrammi; e oltre alla sua straordinaria bravura nelle arti marziali qui mi sono chiesto come abbia fatto a non annegare



assimilando i suoi "poteri" attraverso l'alcool in diverse scene come queste; c'è da svenire solo a guardarlo.
Come di consueto, coi titoli di coda arrivano gli outtakes, e qui scopriamo che dopo la scena dei carboni ardenti:


c'era qualcuno pronto a spegnerlo, perché i carboni ardevano davvero:


se non bastasse poi qui leggo che ha girato due volte questa scena; perché la prima "non aveva il ritmo giusto"

...

E tra le sue frasi qui leggiamo "It's very important that I get hurt [when making a movie]"; non avevamo dubbi.


Jackie si è rotto il naso tre volte, una volta la caviglia e svariate dita delle mani, gli zigomi e infine cranio;


non si può proprio dire che il suo "acting" sia mera finzione... 
E' forse l'unico divo in circolazione che si guadagni davvero il pane; e benché le tensioni con il regista, che voleva i tradizionali, quanto ridicoli "fili" per le scene d'azione, siano peggiorate fino a trasformare lui nel regista della scena dello scontro finale, grazie ad alcune sequenze di questo film possiamo intuire perché ad altri servano dei simili artifizi scenici; Jackie sembra davvero restare sospeso nell'aria per alcuni, impossibili istanti.

Giudizio: pirotecnico. E simpatico.

Per la serie "quelle vecchie commedie con Cary Grant da guardare durante i temporali estivi", segue:

Monkey Business di H. Hawks (1952)
con un insolito Grant nel ruolo del professore distratto e occhialuto in una delle entrate in scena più geniali di Hollywood, la falsa partenza:

dove Hawks dietro la MdP gli dice "Not yet, Cary";
e lui, sempre assorto nei suoi pensieri, richiude la porta...

E' uno dei pochi film con la Monroe che il blogger, antico estimatore della semplice perfezione di Norma Jean, non aveva mai visto prima; il moderno blogger navigato, vaccinato, e soprattutto "ace" non presta più alcuna attenzione a certi dettagli;




ma il candore irradiato da questa stella è un grazioso mistero che non stancherà mai i nostri occhi.


"Screwball comedy" facile ma di classe, con un twist scientifico sul tema dell'eterna giovinezza che, scopriamo infine, appartiene a tutti gli spettatori in grado di riconoscerla in loro.  
E con qualche scorcio della città degli angeli quand'era giovane, e non sembrava poi tanto male


come invece sembra oggi.

Giudizio: everybody's got something to hide...

Pigeon, clam and... wham!

The first movie for today was

Valiant by G. Chapman III (2005)
which is very likely the reason why Mr. Chapman didn't direct any other movie after, so as he did not before this. With all the possible stereotypes of the war movie

the awkward, naive rookie
and his worried mama
the rough veterans
the nazi falcon... That is, villain, with phony accent
and even the seductive nurse

but no audience old enough to appreciate them; even though the plot should be childish, weak and predictable enough to disappoint kids and adults alike. Actors like Ewan McGregor, Tim Curry, Hugh Laurie, John Hurt and John Cleese couldn't have done better in dubbing the birds -a process which took two years- and yet they should have had real dialogues in a real story to make the whole thing work. I've never heard of this title before spotting it in some Disney animations list on the web, and now I just know why.
In the soundtrack we also find the music from the Katanga Canyon at the Alton Towers.
Need I say more? ...Katanga!

The second one was way better;



 with the metropolitan parents Cary Grant and Myrna Loy cramped in N.Y.C., dreaming the country house

that will become this


I mean, this


a perfect nest, if they just survive the process of building it.
With the greatest Cary Grant, our last mid-Atlantic hero, here looking at the bills:


and here's "daydreaming" of the comfort of his own place while working at night



Simply irresistible

as usual

With Mr.Tito Vuolo from Gragnano as Mr. Zucca, who says


"Sangue de 'na patata!"


 and Lex "Tarzan" Barker as the carpenter foreman


The "Blanding Dream House" is still there; 


even if the address isn't New Milford, CT, but Malibu Creek State Park, CA.
Dream house, dream English; no subtitles required. In my dream world everybody must speak Mid-Atlantic.
I was able to recognize here the slang term "clams" in place of "dollars"; which finally (!) reveals me the pun in the B.C. comic strips:


P.S.: of course, the "wham" thing...

here (warning: spoiler)

27/06/11

Non solo cialde

Una questione, a proposito dei remake, non mi è ancora chiara: se è certo che il valore di un film sia tale -su un mercato che propone migliaia di titoli ogni anno- da doverne fare un remake, e tale da poterlo anche fare, cioè da poter trovare un produttore, il mio dilemma è: perché farne un remake?
Questo vale soprattutto per un remake a breve scadenza, che non giustifica l'ammodernamento di un titolo per adeguarlo ai gusti e alle tendenze del consumatore moderno, e per certi versi è ancora più inspiegabile della brutta fotocopia a colori di Psycho a cura di Van Sant.... 
Forse questo mistero riguarda quella sfera dell'intrattenimento di cui so meno di nulla, che è il mercato, di cui conosco abbastanza da non interessarmene affatto; comunque sia, anche questo

Loft di E. Van Looy (2008)
è stato rifatto nel 2010, e per colmo della misura è in previsione un'uscita del medesimo titolo, diretto dallo stesso regista, nel 2013. Dico "misura", ma senza la minima cognizione di causa; potrebbe andare avanti così all'infinito, con un nuovo Loft ogni due o tre anni.


Loft (2008) è sicuramente un buon thriller verbale, ma senza voce off;  i racconti, le testimonianze e le memorie dei protagonisti prendono vita sullo schermo e vengono abilmente immesse nel labirintico percorso filmico, con un sottofondo musicale a tratti pseudo-hermanniano e con una fotografia quasi-alcottiana


ma senza particolari velleità architettoniche à la Kubrick; è un film belga, dopo tutto. Nondimeno, è uno di quei film belga che potrebbero incassare miliardi al botteghino USA, con un intreccio corale di sospetti e tradimenti attorno al più semplice whodunit che non lascia tregua allo spettatore fino all'ultimo minuto. Per intensità, in questo particolare sotto-genere di thrilling, è paragonabile solo a The usual suspects e The man from Earth; ma fortunatamente non è Americano come quelli. Di contro c'è soltanto il fatto che non ne ho trovata una copia doppiata, e l'Olandese non è l'idioma più comprensibile senza qualche annetto di studio, ma nemmeno il più carezzevole per l'orecchio.

In compenso ho notate almeno due espressioni anglosassoni nei dialoghi, "have fun" e "fuck you", che sembrano uscite per caso o abitudine dalla bocca degli attori, come nei film Giapponesi; dai sottotitoli ho appresa la locuzione Inglese keep mum (refuse to talk or stop talking, fall silent)  che mi ricorda il Ns. "umma-umma"; e  infine una Olandese che ci ricorda le radici della lingua Anglosassone: kopje koffie.