08/07/11

Cinema with Balls


Today I've downloaded and soon erased Cremaster 2, because of the poor quality of the divx compression; 
I just couldn't bear to watch this kind of works in a lo-fi format; this evening I've seen two other "episodes" of the Barney Saga, in a quasi-high quality:

Cremaster 1 by M. Barney (1996)
with magic grape-fueled "ballet shoes" and

Cremaster 4 by M. Barney (1995)
with diabolical tip tap shoes to dance the floor away

I'd say that any of the two compares to n. 3, but I've already decided that words are quite inadequate, if not inconvenient, in this case. And even this time my judgement is my smileys. And my stills:




















(WARNING: SPOILER)

06/07/11

Strine?

The secret adventures of Tom Thumb di D. Borthwick (1993)

Praticamente muto, è un lavoro di pixilation riuscitissimo, e un film divertente anche grazie alla prova d'attore di Nick Upton (as Pa Thumb), sia con faccia allegra


che triste



è uno tra i migliori pupazzi viventi mai apparsi sullo schermo.
Film tenebroso in ogni dettaglio ma tecnicamente eccelso, abbastanza da ricordare i vecchi classici animati dell'Est per entrambe le qualità, sarebbe da vedere soltanto per questo angolino in penombra di Stop-motionland


ma ce ne sono tanti altri



e vale la pena di scoprirli assieme al piccolo, difforme, infelice protagonista del titolo



nel mondo sudicio e corrotto dei "giganti" umanoidi, beoni sciatti e trasandati, e degli inevitabili insetti -più o meno meccanici- che volano, strisciano, sciamano e zampettano intorno a loro.






per non parlare di quelli trasformati in bigiotteria animata



Il risultato del pixilation, o "live stop motion" è sempre qualcosa di magico; tendo sempre a pensare che la visione onirica sia più prossima a questa, una animazione artificiale, che non a quella "ordinaria" dello stato di veglia. Che questo poi corrisponda a una qualche possibile realtà, è un fatto che non ci sarà mai dato di sapere a cagione della natura stessa delle due visioni differenziate, ma in questo mistero -fondato sulla Ns. Ignoranza, come ogni altro- risiede la "magia"; il trucco c'è, ed è l'unica cosa da vedere.


Questo è uno di quei film di cui incollerei volentieri ogni singolo fotogramma sul mio blog, ma per abbreviare i tempi approfitto della tennologia digitale: 


Giudizio: consigliata la visione di tutti e 6 gli spezzoni, per uno dei migliori finali a memoria di blogger.

Non mi chiedo come sono arrivato poi a considerare lo strine ricercando informazioni su questo film.
Non mi risponderei.

05/07/11

I predatori del film dimenticato

Conosciuto qualche giorno fa attraverso questo "premake" di Raiders of the Lost Ark su Youtube


e pescato subito dal torrent in un file di infima qualità televisiva, questa sera è il turno di

Secret of the Incas di J. Hopper (1954)
dove Charlton Heston veste gli inconfondibili panni dell'Avventuriero (Harry Steele)


col pallino dell'archeologia che poi toccheranno a Harrison Ford; completo in ogni dettaglio tranne la frusta, ma con una barba incolta che negli anni '80 era una moda, mentre nel '54 era roba da uomini veri


Stranamente non troviamo affinità altrettanto palesi nella sceneggiatura, a parte una breve gita in gommone con donzella di città che fu ripresa e arricchita in Temple of Doom


e il monile che indica il tesoro riflettendo la luce


anche se, conoscendo i precedenti storici della popolazione giudaica hollywoodiana, sappiamo che le varie tessere del mosaico lucaspielbergiano si potrebbero rinvenire tutte in simili prodotti multimediali vintage; una spedizione nell'archeologia cinematografica -e letteraria- che concedo volentieri ai miei lettori più avventurosi.


Il film di Hopper è ambientato per una buona metà tra le misteriose rovine di Machu Picchu


dove si nasconde il titolo, e non ci concede molto dei reali misteri megalitici e "paleoastronautici" locali

come le mura di Cuzco

che servono solo da sfondo mentre indugia, secondo i canoni dell'epoca, sugli aspetti "romantici"  e musicali delle vicende di Harry & C., compresi due insistiti intermezzi offerti dalla sovrumana estensione vocale di Yma Sumac 


(forse l'unico personaggio dello spettacolo peruviano divenuto famoso negli USA) che si meritava sicuramente il soprannome di "usignolo delle Ande", ma in compenso qui canta della roba che non potrebbe essere più lontana dalle tradizioni della sua gente; il che rende i suoi interventi comici e quasi-surreali, fintanto che non diventano noiosi... I suoi compaesani la guardano e sorridono, bonari:


"It's only a movie"

Giudizio: so '80s. Che è gran bel giudizio, per un film degli anni 50.

04/07/11

Film interrotto

Idioterne di L. Von Trier (1998)

Avete mai visto un film "doppiato" in russo? Di fatto non si può parlare di doppiaggio vero e proprio, ma di una sorta di sottotitolatura narrata, dove la voce atona di uno speaker legge i dialoghi che nel frattempo scorrono -in questo caso- in Danese.... Ho potuto applicarmi a questa sorta di esperimento solo grazie ai sottotitoli in Inglese; e benché l'esercizio fosse piuttosto macchinoso e pernicioso per la visione (ascoltare la monotona voce Russa sovrapposta ai dialoghi Danesi leggendo i sottotitoli può distrarre), il film sembrava valerne la pena; qui una donna si trova coinvolta in una comunità di persone recluse che non fingono semplicemente, ma diventano effettivamente idioti quando si rapportano con la "normalità"... 


Come possiamo vedere qui, le cose promettevano di scadere verso una più intensa idiozia, ma purtroppo i sottotitoli per il secondo CD erano definitivamente fuori sync e ogni tentativo di aggiustarli -a differenza dei primi- non ha sortito risultati positivamente apprezzabili.


Mi guardo bene dal recensire il primo tempo di un film, anche se è ovvio fin dalle prime battute che l'idea è interessante, e per quanto ho potuto vedere questo potrebbe essere il meno noioso dei Von Trier visti finora.
Giudizio: sospeso 

L'ultima foto del Biondino

Ricordate il mio "caro sconosciuto"?


Questa sera ricevo il messaggio di MFtm: Addolorato ti comunico che il rosso ci ha lasciati. Ricorderò sempre la sua simpatia e la sua dolcezza

Io chiamavo il rosso "biondino"; perché


aveva i capelli biondi

Questa è l'Ultima foto che gli ho scattata, sabato scorso: è evidente in primo piano il rigonfiamento, sintomo di una qualche infezione che infine ha causato il suo decesso:


Talmente evidente che i suoi (il)legittimi "proprietari" se ne sono accorti solo dopo che sabato l'ho fatto notare a Fowl Markertm, il quale a sua volta si è preoccupato di avvertirli... Troppo tardi.

Il fatto che la gente non guardi i film che non appartengono a nessun genere è sintomatico; che certa gente non "veda" le cosiddette chemtrails è preoccupante; che l'umanoide preposto alla cura di un felino in fondo ai cieli non si accorga nemmeno che il suo ospite ha una bocca come un palloncino, è desolante.
Esclusa a priori l'ipotesi di un pensiero indipendente, a volte mi chiedo se di fatto la gente abbia una qualche forma di coscienza che si possa definire tale al di fuori dei testi scolastici.
Il biondino fa parte da anni e anni della mia "Vita Cellulare":


Se non altro, non avrà più simili preoccupazioni.



In fondo gli umani danno solo gatte da pelare.

Lo ricordo con un video:


Ci rivedremo presto, da un' Altra Parte.