04/07/11

Il rito della macchina

Character is an integration of habits of conduct superimposed on temperament.
It is the will exercised on disposition, thought, emotion and action.
Will is the character in action. 

(Vince Lombardi - Ingnatius W. Cox, S.J.)

Questa didascalia introduce 

Cremaster 3 di M. Barney (2002)
 
di cui questo


è il vero protagonista. Cremaster 3 è un'allegoria della vita come congegni biomeccanici pensanti, macchine organiche la cui funzione principale è quella di interrogare sé stesse: c'è un motivo per questo e quest'altro, qualcuno lo conosce e, soprattutto, esiste qualcuno in grado di controllarlo? Esiste una sorta di "G"rande architetto o, perlomeno, la gente iscritta a certi ordini ideali segreti e inaccessibili al consumatore medio, conosce qualche risposta? ...magari qualcuno alla Chrysler?


Se non sono questi gli interrogativi posti dall'opera di Barney, sono quelli che essa ispira al blogger; in entrambi i casi ogni risposta può essere valida, ma non potrebbe essere più pleonastica.
Cremaster 3 è uno tra i film più semplicemente onirici che il blogger abbia avuta l'occasione di vedere, e il motivo di questo incredibile risultato filmico appare semplice quanto interessante: non è stato architettato come tale, ma piuttosto come installazione teatrale e multimediale, basata su poche ma importanti simbologie, (massoniche, soprattutto) e arricchita con elementi apparentemente casuali (il cadavere femminile di Gary Gilmore?!?) che divengono un fondamento di questa riproduzione del sogno come pura espressione della psiche umana; finalmente un mosaico di idee, e non di altri film. 










Una cosa sola mi sembra certa: il ciclo Cremaster (già titolo del muscolo cremastere) non è disponibile sul mercato in DvD, e a quanto pare non lo sarà mai. Il perché è ovvio: la gente non comprerebbe mai un film del genere (cioè, il più lontano possibile da ogni genere cinematografico) e anche il perché di questo è banale: la gente non ricorda i sogni.  Oppure, semplicemente, non gliene importa nulla. 
Il mio giudizio è il migliore che possa dare ad un Autore, iniziando subito a cercare tutto quello che non ho ancora visto di lui. Le parole, come ben dimostrano questi 182' senza una linea di dialogo -e questo blog- non sempre servono. Guardate le faccine.


P.S.: e il making of coi cavalli qui

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