30/09/09

Boh


Ieri, prima di una missione bucolico-boschiva conclusasi inaspettatamente con una borsa piena di macrolepiota procera -o mazze di tamburo- assieme a F.Marker, sono finalmente riuscito dopo quasi un decennio ad avere una foto del migliore slogan graffitato in città:


è un segno dei tempi, propaganda di incertezze profonde e assenza di modelli culturali, punti di riferimento, modelli ideali e capacità mentali. Una grande opera, ingiustamente sottovalutata.




Il macrolepiota è descritto come "leggermente tossico" solo da crudo ma in esso, come in ogni altro appartenente al Regno magico dei fungi, posso apprezzare un qualche principio attivo malgrado la frittura; è sempre una sensazione vaga, che non si può nemmeno paragonare agli effetti di un joint, o di un bicchiere di vino; nondimeno, è qualcosa di piacevole, per quanto indefinibile.

Trovare degli esemplari di questa meraviglia eu-micetica nei boschetti del circondario anziché arrampicato su una montagna è stata un'esperienza del tutto nuova, e una piacevole sorpresa durante la nostra pedalata nel verde che è ormai un'abitudine.

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