24/09/09

L'ORRORE DEL FUTURO

(E quello degli anni 30?) Ormai uso alla visione di film che non sono ancora usciti nei cinema - quello visto ieri, "District 9" esce domani - questa sera mi vedo un film d'epoca:

TERMINATOR SALVATION di McG (2009)

uscito lo scorso luglio in Ita. E' più o meno impossibile ormai capirci qualcosa, della saga di John Connor, e dei vari trasferimenti spazio-temporali dei suoi amici, nemici o parenti, robot o meno; adesso perdipiù Edward Furlong si è trasformato in Batman, e questo non migliora le cose. In compenso, dietro non c'è + quella macchina-da-cinema che è James Cameron, e anche questa volta, malgrado tutto, si fa rimpiangere.

Alla fine quello che prevale è il goofer. Non nel particolare, ma in generale; qualcuno lo dice chiaramente anche nel film, "è impossibile battere quelle macchine", ed è certo che se tra qualche anno, mese o giorno, scoppiasse una guerra contro dei robot-soldato costruiti per uccidere la gente, non ci sarebbero sopravvissuti o "resistenze" di sorta. Dal momento che una macchina costruita per uccidere la gente, con qualche rara eccezione, sicuramente ucciderebbe la gente in maniera automatica e più o meno -matematicamente- perfetta; più o meno come un'auto fatta per correre sulla strada che corre, o come un frullatore elettrico fatto per frullare, e che frulla. Etc. Il quid meta-matematico imposto come marchio di fabbrica da Cameron, dell' ibridazione dei processi mentali robotici (da fonti magistrali, come Asimov o Dick) con quelli entropici dei terricoli umani, prosegue collassando nei sequel fino a questo disastro filmico; che era facilmente evitabile, come tanti altri sequel, se non che questa robaccia milionaria continua a incassare + milioni di quelli che costa.

E' una sbobba bio-meccanica in cui non si vede più una sola faccia simpatica -compresi i bambini- e in 1:45' di azione shot n'run quasi-continuata non si trova un attimo di emozione; nemmeno a pagarlo, presumo, ed è per questo che preferisco non farlo.

Questa immagine è l'emblema del film, e del suo essere LAME:



Quando hai proprio davanti a te un Terminator Mod. 800 che imbraccia una mitraglia di grosso calibro e ad alta velocità, in piena luce e su un terreno aperto, la prima cosa che ti immagini è che tra un secondo non ci sarai più. Sbagliato. Perché in un film come questo il robot da combattimento avrà i riflessi accidentalmente lenti, il suo mirino elettronico integrato nel cervello non sarà in grado di puntare il bersaglio in una frazione di secondo e di far premere il grilletto una frazione di secondo dopo, con il risultato matematicamente esatto di un cadavere umano istantanemante a terra, e anche il tempo di un goccio d'olio entro la fine di quel secondo. No.
Il Terminator comincerà invece a sparare raffiche ad ampio raggio, prevalentemente al suolo, in modo da sollevare pittoreschi pennacchi di polvere, senza nemmeno minimamente scalfire il bersaglio designato che è a poche decine di metri. Di fronte a queste scenette imbarazzanti -e non è questa la peggiore, ma ce ne sono tante- tutta la poesia nel contrasto uomo-macchina, che viene poi appallottolata in una frasetta conclusiva va a farsi benedire; non c'è più nemmeno un tentativo di simulazione della verosimiglianza di personaggi, eventi, azioni.
E' come se un mostruoso robot per fare film avesse preso il comando, eliminando chiunque pretendeva quell'eterea illusione di credibilità di sottofondo che Cameron era riuscito a portare fino nel deserto del New Mexico. Di fatto, il regista qui non è un nome, ma una sigla: McG. Si è già macchiato di crimini contro l'umanità, quali Charlie's Angels 1 e 2, e adesso mira alla distruzione della figura mitica del Capitano Nemo. In questo caso, possiamo esser certi che questa macchina non mancherà il bersaglio, e non si farà schiantare da due bambinetti che hanno imparato tutto dagli Ewoks. Certe cose si vedono solo nei film, ma solo in quelli pessimi.

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