26/11/10

Vita planetaria

Dagli autori di Le peuple migrateur


Océans di J. Perrin e J. Cluzaud (2009)
una super-produzione Disney dove a onor del vero i testi (scritti da 7 persone) hanno lo stesso rilievo dei dialoghi in un porno, e da subito è evidente che qualsiasi cosa ci racconti Pierce Brosnan con la sua invidiabile, received pronunciation, e la sua calda voce da 007, è del tutto relativa alla maestosità delle immagini che -non per caso- ci sommergono per 104' nell'incanto senza tempo della vita sottomarina... Secondo il blogger, memore dell'altrettanto gallico -ma più coraggioso- esperimento di Microcosmos, essenzialmente inutile.

Inutile descrivere l'amore materno del tricheco

e della megattera

o le abitudini canterine dei beluga


il banchetto colossale delle megattere

l'alienità dei calamari giganti

del drago di mare

della tartaruga verde

del pesce-luna



le vicende familiari dei capodogli

il sovraffollamento di spider crabs


il mostruoso pasto della balenottera azzurra


per dare una voce, per quanto piacevole, a una serie di visioni dove anche l'atto stesso del respirare (per empatia) appare del tutto irrilevante


Ma purtroppo la nota davvero dolente suona solo nel finale, quando il mammifero bipede, finora rappresentato solo nelle modalità hollywoodiane di cui sopra, si mostra negli effetti raccapriccianti della sua follia industriale, attraverso le immagini satellitari dei fiumi che riversano veleni nei mari, e cose che nessun leone marino dovrebbe mai vedere a casa sua:

fino all'orrore delle reti smisurate, trappole mortali grandi come campi di calcio

del simpatico capitan Findus & Co., che tirano sù tutto quello che capita, pesci-luna compresi


Sembra incredibile che questa specie apparentemente insignificante, snaturata e incosciente
possa davvero minacciare le immensità oceaniche con le sue escrezioni industriali...
A questo proposito, è incoraggiante la frase di F. P. Shepard a pagina 1 del suo In Submarine Geology (1948): "Until recent years much more was known about the surface of the moon than about the vast areas that lie beneath three-fourths of the surface of our own planet.” Le cose non sono cambiate molto da allora, se non riguardo la conoscenza della superficie lunare.

Si calcola che oggi meno (molto meno, io ritengo) del 10% dei fondali marini sia stato esplorato, e ogni spedizione scientifica a grandi profondità si conclude con la scoperta puntuale di nuove specie; per quanto infami, virulenti, sporchi e numerosi, siamo comunque un niente rispetto a questo organismo acqueo che è "Terra", e per un buon motivo non siamo nemmeno adatti a viverci dentro. Per quanto mi riguarda, credo che se "the human germ" dovesse davvero minacciare questo mondo, il suo sistema immunitario si rivelerebbe abbastanza efficace da guarirne. E chi sa, potrebbe essere in via di guarigione proprio adesso...

Speriamo, perché si vedono facce molto più simpatiche 100 metri sotto il mare, che in qualunque città...

In fondo, l'uomo è un animale superficiale.

Giudizio: profondo.

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