26/12/09

Deja Vu - il Culto della Resurrezione Ludica

Un bislacco veterano del Vietnam decide improvvisamente di abbandonare la guida del veicolo che sta conducendo -con un passggero a bordo: la sua azione si risolve in un disastroso ruzzolone per la strada. L'utenza Italica avrà subito identificata la scena con quella di


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dei f.lli Coen. Ma c'è un particolare da tenere presente: che la medesima sequenza, che corrisponde perfettamente alla descrizione di cui sopra (la differenza più ovvia sta nel mezzo di locomozione) appare in un' opera che non è mai stata distribuita nel Belpaese:

Up in smoke di L. Adler e T. Chong (1978)
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il secondo film Natalizio, con cui faccio le ore piccole attraversando il giorno, inconsapevolmente.

La cosa che più mi urta, di questo deja-vu, è il fatto che dieci anni fa decisi di vedere Big Lebowski subito dopo averne visto uno spezzone in TV: nella sequenza, il protagonista del film lascia cadere il mozzicone di un joint tra le proprie gambe, mentre guida la macchina:


in preda al panico, decide di usare la birra che sta bevendo per spegnere il mozzicone:


mentre l'auto inizia a sbandare pericolosamente:


Quella scena mi aveva fatto ridere abbastanza da spingermi a vedere tutto il resto, e infine Big Lebowski è stato uno degli ultimi film per cui ho pagato un biglietto all'entrata di un cinema.
Questa sera non ho pagato nulla per vedere questa scena, dove uno dei 2 protagonisti del film lascia cadere un pezzetto di hascish incendiato tra le gambe dell'altro, che guida la macchina:


in preda al panico, decide di usare la birra che sta bevendo per spegnerlo:


mentre l'auto, eccetera eccetera:


Ora, io non so come vengano considerate in generale le trovate comiche, le così dette gags visive che muovono al riso lo spettatore, ma suppongo che almeno all'interno di un film di genere "commedia" abbiano una certa importanza; e il fatto che due delle gags più esilaranti di Big Lebowski siano apparse sugli schermi esattamente venti anni prima, grazie al genio di Tommy Chong e Cheech Marin, mi dà molto a cui pensare.
Sugli ebrei, in particolare. Ancora, i maledetti ebrei; che hanno trasformato il culto Solare nel culto più uggioso e triste della storia umana; che hanno trasformato gli dei in divi del cinema.
E che copiano una vecchia commedia mai distribuita in Italia, per produrre quello che da noi è considerato -non per caso- un cult movie...

No, non voglio che il mio lettore pensi ah, che razza di paragone, accostare i mass media alle sacre scritture; voglio che pensi a cosa considerano importante le genti di oggidì, e non a quello che si crede importante, ma quello che fa parte delle loro abitudini quotidiane, quello che si vive, e non quello che si "pensa"; se prima di andare a letto coloro dicono la preghierina, o se invece si addormentano mentre guardano il (tele)film della notte.

Voglio concludere questa riflessione con le parole di un nasuto beone Teutonico; quello che ho visto prima, nel disperato (anche cinematograficamente) e malsano Woyzeck di Werner Herzog:




ADDENDUM (26.12.2015):

Se non bastasse questo post sul genio mosaico e sulle origini del personaggio-film Lebowski, dove vediamo il vero (e proprio) "dude" da cui i Coen hanno tratto "The Dude", ricordiamo il film di Terry Gilliam The Fisher King (1991) dove lo stesso Jeff Bridges veste i panni del DJ Jack Lucas, un "dude" che si rolla il joint 


se lo spipazza

sfondando la 4a parete

e non disdegna i lunghi bagni caldi (immediatamente dopo)


...se dovessi scegliere una colonna sonora per questa scena, opterei per un canto di balene...

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