10/12/09

Uomini e insetti


Starship troopers di P. Verhoeven (1997)
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è un'apologo sulla guerra, dove i nemici sono spietati assassini appartenenti ad una cultura che per il soldato non è meno ignota -ad es.- di quella Vietnamita o Iraqena, ma che è sicuramente molto più vasta e più antica della sua; è uno splatter movie travestito da film bellico, ma ricade ancora una volta nel filone fantascientifico, dove Verhoeven si era già imposto con opere non meno strane come Robocop e Total recall; c'è la stessa fascinazione iper-tecnologica, lo stesso mondo di plastica stampata, di colori sgargianti, e qui anche l'eccessiva carineria dei giovani aitanti protagonisti, coinvolti in tresche da soap-opera, concorre a rendere oltremodo irreali le scene:


il bello è che fin da subito conosciamo il fato dei nostri, bellocci e bellocce indistintamente:


sono carne da insetto.


Credo che -a parte forse Heinlein- nessuno degli spettatori provi la minima simpatia per gli insettoni, che oltre a incutere un atavico terrore nell'utenza mammifera hanno anche la sconveniente qualità di essere enormi, e il brutto vizio di fare a pezzetti la gente; per colmo della misura, lanciano verso la Terra meteoriti abbastanza grandi da distruggere una città. Ancora, alla fine del film di loro non sappiamo niente; conosciamo soltanto i loro minuscoli parenti che condividono il nostro habitat, e alla luce di questo possiamo scommettere che i terricoli non ce la faranno MAI.


Ma come dice l'ennesimo annuncio di propaganda della Federazione, "They'll keep fighting"... Che "They will win" invece è piuttosto improbabile, ma con il vago e infausto ricordo di un numero due visto per caso da qualche parte, non credo proprio che mi prenderò la briga di scoprirlo, e mi accontenterò ancora di questo strano film tipicamente Verhoeven, sempre divertente, ben fatto, dove tutto è talmente fasullo che sembra un TG; la differenza è che non ci si annoia.
Il bonus è il sorriso smagliante di Jake Busey, che ha ereditato la dentiera di papà, e ne va fiero:

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