11/12/09

Jack, the Man

In un film triste, povero, decente come questo


The last detail di H. Hashby (1973)
☻☻

dove tre marinai ubriachi viaggiano per tutto il tempo su scenari innevati e desolanti, si può intuire perché Jack Nicholson è una star; non un grande attore, e non un divo, ma una star.
Il film di Ashby è un altro apologo anti-bellico, ed è un film molto anni '70 che secondo l'utenza di IMDB è un capolavoro sottovalutato oppure una schifezza; io sto nel mezzo, ma credo che senza una star nel cast oggi nessuno al mondo si porrebbe il quesito, perché nessuno se ne ricorderebbe.
E' un film semplice semplice, quasi-naif (e non naive) che nella sua pochezza lascia il campo libero al super-gigione hollywoodiano; la bravura di Nicholson qui sta nella sua misura, e vediamo allora che la sua misura è stellare, in senso cinematografico. Nell'America glaciale e oscura del Vietnam e di Nixon lui ha già sconfinato, in viaggio per il prossimo party millenario


E' una recitazione che non ha maestri e non ha discepoli; Jack Nicholson è quello che è in virtù del fatto che l'unico suo reale interesse è "to have a good time".
Bastano quei pochi secondi mentre guarda Randy Quaid piangere, sul treno, per capirlo; è nato attore, è diventato "il re di Hollywood", e dopo di lui non conosco altre stelle capaci di illuminare il cinema del futuro. Questo non è un grande film, ma per chi sa apprezzare Jack è tra i suoi più grandi film; e rivederlo dopo -qualcosa come- tre decenni, è un gran bel tuffo all'indietro.


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