The green hornet di M. Gondry (2011)
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Seth Rogen è il protagonista dell'ultima fatica di Gondry, e fin dalla prima occhiata è chiaro che:ha frequentato la Talmud Torah Elementary School, e che faceva lo stand-up comedian. Questo per il blogger non è un bene. Dalle nostre parti si farebbe presto a dire che ha una gran faccia da culo, cosa che non leggeremo mai in un blog che si rispetti. Ci ritroviamo anche il Cristoph Waltz famoso per Inglorious Basterds, che ha un figlio rabbino e sarà pure un bravo attore ma, proprio come insinua il suo effimero rivale
James Franco in questa scena
e proprio come nel film di Tarantino, non fa nessuna paura; neanche questo è un bene, essendo colui il cattivo del film. Lo stesso genere di spirito essenzialmente puerile che era il punto di forza in Be kind rewind non si sposa bene con l'impianto da shoot'n'run hi-tech supereroico; anzi, non esce nemmeno a bere qualcosa assieme, mentre al contrario gli "eroi"
ci danno dentro. E questo, decisamente, non è bene.
Del resto, qui Gondry si limita a dirigere la baracca, la sceneggiatura è opera dello stesso Rogen assieme ad un tale Goldberg... E si sente.
Credo che infine la scelta migliore del casting sia stata quella della "spalla" orientale del Calabrone, Katointerpretato dalla popstar Jay Chou, perchè sembra proprio un cinese incazzato, mentre è un thai gaudente.
A differenza dei precedenti lavori, più spartani ma molto meno americani, a questo film di Gondry manca un solo dettaglio impossibile da trascurare: l'originalità.
The Green Hornet è stato un radiodramma a puntate negli anni '30, due film negli anni '40, un serial TV (con Bruce Lee nella parte di Kato) alla fine dei '60 e un fumetto smesso e ripreso da vari editori per mezzo secolo ... L'idea di rispolverarlo e riattarlo nel bel mezzo della valanga di super-produzioni tratte da telefilm e fumetti (e in 3-D!) che sta travolgendo il cinema americano non è sicuramente felicissima, tanto meno se alla regia ci finisce un promettente autore francese che evidentemente non ha perso tempo ad abituarsi allo scenario hollywoodiano e ai suoi standard di minimalismo intellettuale... sempre più minimalistici.
Di contorno rivediamo, nostro malgrado, l'inclassificabile Cameron Diaz:
di cui restano impressi soprattutto i bicipiti; il vecchio Edward J. Olmos, che ha fatto un milione di cose
ma che ricordiamo tutti come Gaff in Blade Runner; e in un angolino c'è Edward Furlong, apparentemente in condizioni disperate:
-sembra Zucchero Fornaciari- ma le sue sofferenze durano poco. Film dignitoso, a tratti financo godibile (la rissa tra i due protagonisti) ma non sono aggettivi che avrei voluto utilizzare per la prima grossa produzione di questo regista, che infine è anche la più lontana dall'essere grande.
The Green Hornet è il 107mo Howea Movie della mia collezione:
e alla fine questa purtroppo è la sua qualità più rilevante.
Giudizio: poco. Troppo poco! Per mille fulmini!
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