appena oltre senti la tensione legarti, l'intreccio delle tue dita come una rete estesa a tutto il corpo; irreale, ridotta a linee d'aria come raggi di infinite sfere, è la realtà che delinea l'essenza cosmetica dell'essere; puoi lasciarti andare in un toboga cosmico, di quelli che sembrano allungare lo stomaco verso i piedi, con uno strano formicolio interiore, e allora le gambe sono immani cordoni ombelicali che si ergono come tronchi colossali dalla terra, sulle coste della tua nuova conquista sensoriale di un istante; dopo i festeggiamenti di cinque secondi, tutti gli abitanti del villaggio si ritirano sconsolati nelle loro capanne di bambù;
l'oceano nel mio stomaco è caldo, limpido e silenzioso; la tensione si muove oltre in lunghe onde pigre che incrociano la spiaggia quasi per caso, nel loro eterno spumeggiare lungo la boccia azzurra... nuvolette di fumo all'orizzonte, qualche mostro marino con il suo mostruoso bong, grande come l'empire state building. e' soltanto l'inizio dell'esplorazione che non è mai terminata; perché non è mai iniziata. intrecci di vimini ricoperti di cera, le mani dell'uomo-videogame agiscono responsabilmente oltre la sottile linea dell'orizzonte che ci separa dal fumo mostruoso in avanzata; navi di terracotta seguono le rotte impresse dalle sue dita, ripetendo i suoi messaggi all'infinito mentre fanno a spicchi il pianeta d'acqua; americani di qua, magellani di là; qualche inglese sparso nel vento, e almeno una scodella piena di cinesi.
l'ultima lettera dal naufrago ignoto, indirizzata a nessuno in particolare: "questo posto è pieno di parole"
10/04/11
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento