21/04/11

I spit in your eye

Quello che abbiamo qui è il classico incipit da country horror: il bosco, la donna sola ...in macchina.


I spit on your grave di S. Monroe (2010)
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Potrebbe mai capitare qualcosa di buono, a qualcuno che arriva in un posto simile con un aggeggio meccanico puzzolente e rumoroso come quello? io -che aspetto il passaggio di una formica per pulire il pavimento- lo so, me ne rendo conto: ancor prima di arrivare questa ha già ucciso una media di 1725 individui di specie diverse... ma certo, gli esapodi non sono "esseri senzienti"... 
sanno solo vivere, senza nemmeno pensarci sopra.

La protagonista del film di oggi riceve la punizione più severa mai toccata ad una scrittrice in vacanza nel vecchio, sinistro bungalow isolato nel cuore del bosco, dove si rifugia a scrivere



quando gli indigeni locali, seppure apparentemente ospitali e cortesi


ma affamati di "city bitches", decidono di farle visita... Tutto già scritto, tutto già visto; dal prevedibile tuffo "a sorpresa" della vittima violentata e condannata a morte fino all'ultimo dettaglio della sua vendetta che in qualche modo doveva coinvolgere l'amata figlioletta dello sceriffo (warning: spoiler) niente viene lasciato all'immaginazione dell'utente horror quanto alla sua memoria, e infine possiamo solo accontentarci -se possibile- della buona fattura specialistica, ovvero dei trucchi utilizzati per inscenare il massacro del secondo tempo... Con una menzione particolare per quel buffet caldo per corvi



a base di occhi umani, che non si era mai visto sugli schermi, e che pure è anche lo horror goofer più ovvio di tutto il film: infatti, l'asportazione dei bulbi oculari non provoca la morte istantanea del soggetto... 
Provare per credere :)

Scherzi a parte, noi utenti filmici siamo davvero stanchi dei soliti vecchi boschi abbandonati e delle casette isolate negli stessi, di sceriffi insospettabilmente corrotti, di cellulari che cadono nel cesso, di donne umiliate e stuprate e delle loro horribili vendette... Dovremmo davvero aspettarci il prossimo country-horror con i soliti ingredienti variamente mescolati, soltanto per il gusto di vedere quali nuovi strumenti d'esecuzione verranno impiegati dal killer -professionista o accidentale- della situazione?... Ma quale gusto ci potrebbe mai essere, in questo? Questa storia è talmente ritrita che ne ho già scritto anche qui, a proposito dei finti-snuff.


Credo che infine chi può davvero apprezzare questo "filone" sia il potenziale turista incauto di città e/o il potenziale stupratore omicida di campagna; sicuramente entrambi potrebbero trovare qualcosa di meglio da fare (l'uno potrebbe fare una gita in campagna, l'altro potrebbe far visita al suo nuovo vicino) ma a noi bloggers, costretti ad assistere a questi scempi programmati per via della nostra insana curiosità, possiamo soltanto dare un consiglio a tutti gli altri -cittadini cauti e campagnoli non-maniacali: non guardate questo film! Nemmeno se lo doppiano in Italiano!


Giudizio: exploitation. Che non è proprio un buon giudizio, per un film che non è tanto repellente e fastidioso da essere un exploitation, e che al contrario è stato classificato come horror... 
Come dicono in America: horror my ass! 

P.S.: quando pensavo di aver scritto tutto il peggio che si potesse scrivere su questo titolo, su IMDB scopro il vero orrore nascosto dietro la facciata dell'horror moderno: questo è infatti il remake di Day of the woman di M. Zarchi (1978). Il mio vero giudizio finale di conseguenza è ancora peggio: remake!!!
Ma non voglio essere troppo severo, gli tolgo soltanto uno "smiley".

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