The lodger: A story of the London Fog di A. Hitchcock (1927)
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Quello che Hitch considerava il suo primo vero film (ma sembra essere il suo terzo feature film) e comunque l'unico rimasto intero dell'epoca, è divenuto famoso per il pavimento trasparente
che ci mostra il Pensionante del titolo camminare nervosamente nella stanza al piano di sopra, poi ricordato anche come "traccia" nella polvere dal poliziotto e rivale in amore:
Con qualche inquadratura espressamente espressionista
L'idea del triangolo associato al serial killer
compare anche in un grafico con il nome della protagonista
-ricordandoci il primo impiego di Hitch come disegnatore di titoli - e poi delinea la mappa degli omicidi tracciata dalla polizia:
Riflettendo forse il "triangolo amoroso" dell'intreccio, ma fors'anche un ideale metafisico più consono alla statura dell'autore. L'idea che il protagonista -il matinee idol Ivor Novello
restasse nella mente del pubblico come un possibile assassino non convinse la produzione, che impose un finale alternativo rispetto al best-seller da cui il film fu tratto; come abbiamo già visto, la stessa cosa succederà a Hitchcock nel 1941, con il più famoso sospetto innocente Cary Grant in Suspicion.
Il finale col protagonista appeso tra la folla inferocita
è già qualcosa di prepotentemente hitchcockiano; qui abbiamo anche il primo cameo della serie, di spalle:
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