Questa estate è dedicata interamente ai Signori della città;
le grandi creature che vegliano silenziosamente su di noi, colle braccia sempre aperte
i miei Fratelli Maggiori.
Essi sono i soggetti di 60 fotografie fatte con il cuore, e una macchinetta-giocattolo in prestito, regolarmente caricate su Panoramio e mappate su Google Maps/Earth.
E' probabile che non tutti gli utenti geografici e visuali del web trovino "interessanti" queste immagini; non sono molti ad avere la consapevolezza che la vita stessa in fondo al cielo esiste attraverso e grazie al regno vegetale, e che nessun predatore al mondo -compreso il temibile sapiens, predatore industriale- avrebbe di che predare, dove non ci fossimo noi erbivori...
Questa "grandezza" universale dei vegetali si manifesta con le più grandi creature esistenti, che regnano in quasi ogni angolo del globo terracqueo... compreso questo. Una simile consapevolezza non consiste del leggere parole in un libro, o in un blog, e apprendere "logicamente" un concetto; è qualcosa che potremmo definire altrimenti come "coscienza".
Nel mondo delle parole questa realtà è all'origine di un neologismo inglese, quello del tree-hugger; certo, nessuna delle definizioni enciclopediche fa riferimento all'atto fisico dell' abbracciare un albero, ma è in questa azione soltanto che si può (eventualmente) esprimere, con le nostre scimmiesche facoltà, nell'era del paradosso eco-logico.
Ovviamente il sentimento per i miei Fratelli Maggiori non è lo stesso che può suscitare una creatura animale, di nessuna specie.
E' qualcosa di Altro.
E' qualcosa di Altro.
Qualcosa che direi proporzionata alla loro statura.
Come non l'ho appreso io, non mi azzarderei a insegnarlo a nessuno; perché è qualcosa che non non si impara, non si insegna, e non si capisce nemmeno, ma la gente in genere lo chiama amore.
E come tutte le cose che sono incomprensibili, anche questa sembra avere un grande significato.
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