12/08/10

L'alieno e la cameriera

Sono pochi i punti di forza di questo franchise filmico appartenente alla triplice saga alien/ predator/alienVs.predator

AVPR: Aliens vs Predator - Requiem di C. e G. Strause (2007)

girato nella dimensione hilliana di una notte perenne (come in Driver e 48 hrs.) e piovosa (come in Southern comfort, con tanto di comparse della guardia nazionale) con in più i beniamini non-terricoli dell'utenza fantascientifica, ripresi in alcuni momenti salienti della loro longeva faida intergalattica. Tra l'altro, essendo ambientato ai giorni nostri, credo che sarebbe esatto definire questo come un prequel del capostipite di Ridley Scott, anche se questo non cambia nulla; dai fatti descritti qui sembra che la saga sintetizzata in "AVPR" abbia avuto inizio prima della scoperta della razza aliena di Alien, -girato nel '79 ma ambientato nel futuro- e dopo quella della razza di Predator -girato nell'86 ma ambientato nell'allora presente....

Il primo punto di forza è nella proiezione della mostruosità in uno scenario alquanto sublunare, anche rispetto ai precedenti episodi in cui il pianeta Terra era rappresentato in modo straordinario (la foresta, l'ipogeo, la megalopoli governata dal crimine, etc.); qui siamo in uno di quei paesini country-horror dove la variante aliena -seppure ben collaudata- è sempre meritevole rispetto allo standard umanoide, e l'incontro tra il famoso alieno del film Alien e la cameriera di un fast-food è nel contempo romantico e divertente:

anche se forse lei non la pensa così...
Un altro punto a favore è la sbiancata del solito papà sicuro e rassicurante con la pila in mano durante il blackout, quando tranquillizza la figlia: "Non c'è nessun mostro qui"

e viene sminuzzato dal mostro sui due piedi. Warning: spoiler.
Altro passaggio degno di nota è l'orrendo parto, dopo il rapporto (involontario) di una paziente d'ospedale inseminata oralmente dal mostro:

anche se il buon gusto lascia a desiderare, abbiamo qui una sorta di recupero dell'idea originale (di Alien) che nel contesto più prosaico del letto d'ospedale, e con una protagonista naturalmente più dotata per questa attività -una donna col pancione-risulta paradossalmente ancor più schifiltoso. Ma ciò che è meramente schifiltoso non si può enumerare tra i punti forti di un film.
Non mi resta quindi che la nuclearizzazione finale

alert: spoiler

per un finale molto patriottico, e l'estrema eleganza del costumino da bagno di miss Hager:

che è forse il vero pilastro del film, malgrado l'indossatrice.
Giudizio: altro popcorn movie senza popcorn.

P.S.: quasi lo dimenticavo, c'è anche un avo mutante (o meglio, imbastardito) dell'alieno di Alien che fa a mazzate con quello di Predator:

proprio come dice il titolo, ed è forse la prima volta che ho avuta quella distinta impressione che è temutissima dai produttori di questi franchising: quella dei tizi in costume.

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