22/08/10

Paradiso Post-umano

"Once upon a time, there were countries, cities, schools, movies, electric
appliances, The Beatles, politicians, then...Glen and Randa"

Continua la serie "uomo & donna", dopo l'allegorico The collector e l'aussie Mary and Max, con un altro titolo della serie ShockCinema. Dodici anni prima del famoso remake di Breathless:

Glen and Randa di Jim Mc Bride (1971)

è un film hippie; o almeno così lo definisce Shock Cinema, che lo tratta malissimo. La recensione sembra scritta da Eric Cartman. Ma è quasi certo che il film di Mc Bride non ha niente a che fare con Glen or Glenda di Ed Wood. E' film "zero budget", e su questo non c'è dubbio, sponsorizzato (pochissimo) dall' AFI. Qui si narrano le vicende dei due giovinetti del titolo, appartenenti ad una comunità di amenti selvatici, sopravvissuti a qualche sorta di "apocalisse" (il poster dà un vago indizio), la cui esistenza viene sconvolta dall'arrivo del "mago"

che predica il culto del futuro e degli elettrodomestici e li ammalia con il miraggio di una ipotetica "city" e con un bel piatto di ketchup caldo:

così che i due si mettono in viaggio con una valigia di scatolette e una mappa che nessuno sa leggere. La città-miraggio diviene per Glen Metropolis, dove "anyone can fly", e durante il tragitto i due incontrano un cavallo, che viene però scambiato per un cammello e (quindi) portato al guinzaglio:

Finite le scatolette, finiti i salmoni in risalita al fiume, finiti gli scarafaggi e infine il cavallo (il quale -ahimé- sembra proprio morto, senza alcuna supervisione dell'AHA) e con un nuovo malloppo da trasportare nel pancino finora vuoto di lei, giungono infine all'ultima spiaggia, dove grazie a un vecchio alloggiano in una casetta diroccata in attesa del parto.

Ovviamente lei non sopravvive al travaglio, ma la creatura è sana e salva, e nutrito a latte di capra come Zeus è pronto per salpare verso nuovi lidi, e probabilmente Metropolis:

(Warning: spoiler)

Robert Redford lo ha definito "The most original American film I've ever seen"; e questo è sicuramente uno dei punti forti dell'opera, che è tanto originale almeno quanto è sconosciuta.
Ne basterebbe un'altro solo per salvarlo dalla pochezza dell'insieme, che non è certo dovuta alle ristrettezze economiche... Pensiamo ad es. al miracoloso tocco "surrealista" di Jodorowski nel suo "Fando Y Lis" (1968), basato su una odissea apologica simile, ma giunto a livelli artisticamente ben più interessanti con poche trovate "fantastiche"; e sicuramente non è costato più di questo...
Qui si cita l'autore che dichiara di essere stato, assieme al "cast" "mostly stoned while shooting the film"; potrebbe essere un suggerimento, non girate i film se siete strafatti; qualcuno se ne accorgerà. In questo caso, dato il voto assegnato dall'Utenza su IMDB (2/10), sembra che tutti se ne siano accorti.

Occasioni per un paio di risate:

il "mago" in tuta d'amianto che si dà fuoco al termine del suo demenziale "show", per essere poi spento a badilate di terra da Glen
il nuovo inquilino Glen si sbarazza delle ossa di Arlene rimaste sul sofà su cui dovrà dormire, gettandole dalla finestra, e la coppietta che siede a guardare la

sul sofà di Arlene, senza badare alla mancanza di elettricità.
Giudizio: interessante, ma nient'altro. Se un film resta interessante anche dopo la visione, c'è qualcosa che non funziona. In questo caso, non poteva esserlo prima, perché non l'avevo mai sentito nominare.
Giudizio (definitivo): hippie.

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