06/06/10

Domenica Cinema

Oggi è il turno di una grande detective story:

dove l'orribile tirannia del tabagismo coatto è annunciata fin dai titoli di testa:

se non bastassero i nomi qui sopra, il titolo è

The big sleep di H. Hawke (1946)

con il più classico Marlowe dello schermo impersonato da Bogart

e la sua amata Bacall, che vediamo esibirsi in un bacio particolarmente umido, il quale peraltro fu usato per il trailer:

Ricordiamo anche il simpatico (Lash) Canino:

Bob Steele

che offre a Elisha Cook un bicchiere di veleno, e quello se lo beve senza troppi complimenti

è un omicidio cinematograficamente notevole per la sua ambiguità, e per la sua insolita freddezza.
Un omicidio moderno.
Il classico di Hawke mi capita in un dvdrip che include il trailer e un tizio che racconta delle due versioni -quella bellica e quella civile- del film; purtroppo questi preziosi "extras" non hanno audio. Che non serve, quando la stroncatura della stampa dell'epoca viene riportata per iscritto:


Elisha, qui quasi-giovane, ci insegna un paio di paroline d'antiquariato:

1 hard but easily broken and 2 that appears to be happy or strong but is actually nervous and easily damaged: a synonym for fragile, I'd say, but hard-looking. Very likely out of fashion, as such

e KIBITZER: one who looks on and often offers unwanted advice or comment ; broadly : one who offers opinions (Merriam-Webster) >> termine Yiddish.

Bogey ci insegna che to wean is >>to gradually stop feeding a baby or young animal with its mother’s milk and start feeding it with solid food. Da noi, ahimè, si dice svezzare.

Giudizio: raw.

L'altro film di oggi è


Mona Lisa di N. Jordan (1986)

dove Bob Hoskins, che era in giro dal '72, e aveva già avuta una particina in Brazil (1984) cominciò a farsi notare... La ambiguità del caso è quella di Cathy Tyson, che in coppia con il nome di Jordan mi ha fatto credere fino a stasera che la protagonista del film fosse la famosa "Moglie del soldato" in The crying game, che fu poi Ra in Stargate; ovviamente, non è così, quella si chiamava Jaye Davidson e ha la più insolita peculiarità mulliebre, di essere un uomo:

Solo una pessima memoria da reefer madness può causare una simile confusione. Invece non mi pare insolito aspettarsi una catastrofe sessuale in stile Crying Game vedendo anche questa

non meno masculina "tall black tart" che, malgrado non sia la stessa persona, alla fine sfodera il cannone (meccanico) e ne fa fuori un paio anche lei. Warning: spoiler.
Mona Lisa è un film molto 1986, con un paio di trovate sceniche secondarie, ma degne di appiccicamento sul mio blog:

se soltanto avesse avuto 2o0 invenzioni visive simili disseminate lungo il film, invece di 2, e malgrado il loro "apparente pleonasmo" sarebbe stato un grande film. Ma 200 invenzioni simili sarebbero frutto di grande genio, che non è l'etichetta adeguata per Neil Jordan, malgrado The company of wolves.
Con

un Michael Caine in versione gangster che sembrava ormai destinato a fare il cattivo fino alla fine; per fortuna, poi, ne è venuto fuori pulito... Ah, ah.
Giudizio: povero.

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