30/06/10

Candy e il suo pazzo mondo

Questa immagine è il manifesto ideale di

(Good Grief it's) Candy di C. Marquand (1968)

forse il primo bacio gay del cinema, forse no; verosimilmente il primo tra un drag queen e un poliziotto. In ordine sparso, in questa allucinata "rilettura" del Candide voltairiano appaiono

John Houston

Rossano Brazzi

in un memorabile sketch idrofilo

Charles Aznavour

come malefico nano gobbo interdimensionale e criminale, che non rispetta la legge di gravità come nei film di Cocteau (V.)


Ringo Starr as Miguel, "a good boy" disonorato dalla svergognata ragazza-titolo

John Astin, nel doppio ruolo di professore puritano

e fratello degenere, con una ambigua sigaretta (a roach, I would say) perennemente infilata nell'angolo del sorriso

Walter Matthau, nel ruolo di sè stesso che interpreta il Generale dell'esercito e paracadutista distratto (warning: spoiler)

James Coburn, matador della sala operatoria in camice rosa, e gran dongiovanni che ricama le sue iniziali sulle infermiere del suo harem:

Richard Burton as Mac Phisto:

poeta di gran fama accompagnato dal suo vento personale, dal suo amico autista

Sugar Ray Robinson, ed etilista oltre ogni decenza:

in questa strana sequenza vista da sotto l'automobile;

Marlon Brando as Grindl, guru fondamentalista del kamasutra che aborrisce ogni impurità materiale, ma si ripassa in ogni postura tradizionale la giovinetta e poi si rifocilla di nascosto con un salame e una birra gelata, in una delle scene più spassose del film:

e finisce gelato
Data la gran quantità di gente eletta dal signore coinvolta nell'operazione, sarei tentato di dire che questo film è al 90% kosher, ma è sempre un'idea relativa al monopolio cinematografico di Hollywood; nondimeno, qui l'impeto trasgressivista e auto-rivoluzionario dell'ebreissimo romanzo di Hoffenberg sceneggiato in chiave cine-lisergica dall'ebreissimo

Buck Henry (qui as Mental Patient) - inventore assieme a Mel Brooks di Get Smart- e dal texano Super-Beat Terry Southern (del quale troviamo qui una interessante intervista del lontano '96) travalica l'acidità imperante per dare vita a qualcosa di simile ad un surrealismo hippy proto-demenziale, al ritmo funkeggiante di Dave Gruisin e rockeggiante degli Steppenwolf. La fotografia (udite, udite) è di Giuseppe Rotunno, e le scenografie di Dean Tavoularis.
Grandi nomi, per un piccolo film quasi-sconosciuto.

Cosa manca? Ah, Candy -C And Why, come dice Grindl- Christian:

la spudoraterrima, candida e biondissima Ewa Aulin, che ha almeno una fossetta carina oltre quella del mento

e non la nasconde.
Partecipazione straordinaria di un Uccello Sacro che non appartiene a Marlon Brando:

Tra i vari cameo Italici, quelli di Elsa Martinelli, Lea Padovani, Marilù Tolo, e Florinda Bolkan nella parte di Lolita. Ammetto la mia ignoranza: non saprei riconoscerne una del mazzo, quindi mi astengo dall'appiccicarle qui.

Giudizio: meritevole dell'Oscar per il cast (e il crew) Più Stravagante della Storia.
E forse l'unico che osi sfondare la quinta parete del cinema:


P.S.: primo pescato dal torrent della serie ShockCinema, che vado ad arricchire

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