18/06/10

Il paradiso dei barbari / Muerte en los pantanos


è un rarissimo esempio di film "ecologista" della vecchia Hollywood che segue le vicende del giovane ornitofilo Walt Murdock, aiuto-marshall con l'ingrato compito di arrestare la strage massiva di fenicotteri, aironi blu, egrette nivee e altre simili creature celesti, regolarmente spennate per la gran gioia delle signore modaiole dell'epoca:

Ambientato all'inizio del secolo scorso, il film di Ray ci presenta una Miami alquanto selvatica:

letteralmente assediata dalle Glades pullulanti di biodiversità

e dove pure la specie più pericolosa è sempre quella in grado di produrre squilibri che non sono conseguenza della sua dieta alimentare, quanto della sua fame di denari:

il sapiens, qui degnamente rappresentato dalla banda dei ratti di palude (Swamp Rats) i cui componenti hanno nomi pittoreschi come Beef, Loser e Sawdust e

Writer (Peter Falk nel suo primo lungometraggio, dopo la gavetta televisiva)

capeggiati da "sua altezza" Cottonmouth, il quale vive in simbiosi con un omonimo rettile.
Wind across the Everglades utilizza vari spezzoni di natura naturalistica per descrivere il fermento faunistico della Florida fin-de-siècle (non ho mai capito perché tanto più i film sono vecchi quanto più sono antichi gli inserti con gli animali selvaggi, anche se finora non ho ancora visto degli spezzoni in bianconero in un film a colori) e ci presenta le proprietà depurative della manchineel (Hippomane Mancinella, o manzanilla de la muerte) applicate arbitrariamente su un unico esemplare della specie infestante, perdipiù appartenente alla minoranza assoluta dei Seminoles:
il povero Billy One-Arm

Protagonista della vicenda è un giuovane Christopher Plummer, che in questo caso non rivela alcuna peculiarità oculistica, come nelle più recenti apparizioni

ma del resto non viene MAI ripreso in primissimo piano o close-up.
Memorabile il duello a suon di bottiglioni che impegna i due rivali fino al coma etilico

mentre la simbolica morte di Cottonmouth per bocca di un suo "fratello" strisciante è tanto valida nel contesto apologetico quanto è stiracchiata in quello narrativo.
Freakin hideous spoiler, isn't it?
A quanto pare la AHA o altre associazioni non erano presenti sul set per assicurare un trattamento etico dei non-umani durante le riprese (il famoso no animals were harmed); o meglio, a me pare che durante la scena della caccia gli uccelli che cadono in acqua siano veri, e veramente morti:


Al di là di tutte le possibili bellezze che vengono riprodotte su cellulosa per il grande pubblico, che senso può avere quello di sostenere una campagna ecologica estinta da mezzo secolo (nel '58 nessuna signora perbene sfoggiava penne e piume sul cappello) attraverso l'ammazzamento di alcuni esemplari random di egretta nivea? A qualcuno un simile dilemma può apparire stupido, ma il Vs. blogger non riesce a trovare nulla di tanto stupido, assolutamente inutile, e per questo ignobile, di una singola creatura innocente (ergo, non umana) sacrificata nella produzione di uno stupido prodotto per l' intrattenimento delle ancor più stupide masse. Non esiste un solo film che valga la vita di una sola formica, e non esisterà mai. Figuriamoci, poi, di un volatile.

Ma certo, a qualcuno questa osservazione apparirà addirittura insensata, mentre si succhia le dita appiccicose di pollo arrosto, in un mondo dove ogni giorno si scannano e si arrostiscono milioni e milioni di gallinacei... Perché, un trampoliere vale forse più di una gallina, per via del collo lungo e della figura aggraziata? E una gallina vale più di una formica? Ma via... Che razza di valore potremo mai permetterci di stabilire NOI, che diamo un valore inestimabile a dei foglietti di carta stampata???

Alla fine questo film, che forse voleva davvero essere un modello di film eco-logico, mi porta a pensare gli stessi tremendi pensieri di sempre a proposito di questa utenza virale, dei suoi paradossi, della sua finta-logica applicata direttamente alla sua finta-scienza in ogni sua specializzazione... Alla impura, vergognosa follia rappresentata in fondo ai cieli attraverso l'essere umano...

Insomma, questo è uno di quei film che in un modo o nell'altro posso giudicare come fanno gli Americani, thought-provoking. Espressione idiomatica dall'aria alquanto minacciosa...
Film del genere sono sempre più rari... e almeno da questo le egrette trarranno vantaggio.
I sapiens, non direi.

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