Il titolo è la versione Italiana di
Knock on any door di N. Ray (1959)
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prototipo di thriller legale che elude le lungaggini cine-burocratiche attraverso il flashback, con cui si illustrano le disavventure del giovane indigente e infingardo Nick "Pretty Boy" Romano:
un John Derek alle prime armi, e della sua fragile morosa
Qui Bogey è l'avvocato Andrew Morton, sorto dal medesimo ghetto, che difende il giovinastro contro la sua stessa natura corrotta dall'habitat metropolitano;
infine vincerà questa paradossale battaglia, lasciando friggere il suo cliente sulla sedia elettrica.
Warning: spoiler. Il film di Ray è efficace quanto spartano, e se il messaggio rivolto alle masse di straccioni cinefili voleva essere "il crimine non paga" (titolo con cui fu distribuito in vari paesi non-anglofoni) la frase di Romano è quella che mi è rimasta impressa più profondamente: "Work is for suckers!" -- Parole Sante. A questo proposito, una delle sue battute in questa pellicola è diventata talmente famosa che si può ancora leggere su un muro di questa città, in qualche angolo buio, e che nella versione originale suona come "Live fast, die young, and leave a good-looking corpse"... Sembra l'epitaffio di James Dean, che Ray diresse in Rebel without a cause nel '55. Invece John Derek, ultracinquantenne, diresse la figlia "come diavolo si chiama" in quello che è considerato uno dei peggiori film della storia, Tarzan the ape man. Scherzi del destino.
Bogart se la cava anche se non c'è da sparare o da baciare; certamente, è un genere di avvocato che si potrebbe incrociare soltanto nei bassifondi di San Francisco.
Knock on any door invece è un film piuttosto convenzionale, con qualche bella inquadratura di Burnett Guffey:
e un paio di espressioni idiomatiche d'annata. La prima, dizzy spells nel film è riferita alla vecchia zia della signorina, che vive in un perenne stato d'ebbrezza giustificandolo con questa sintomatologia estremamente vaga; come si legge qui, le cause di un simile disturbo possono essere svariate, e purtroppo non abbiamo nulla di altrettanto pittoresco nel ns. dizionario.
L'altra, derivata dal gergo gattabuiesco, è burlap party, e su IMDB anche gli Americani si chiedono cosa sia effettivamente questa roba; forse il vedere i galeotti armati di stracci (di iuta) asciugare ettolitri d'acqua generosamente erogati dalle guardie non li ha convinti del tutto.
O forse sono io che mi lascio suggestionare troppo dalle immagini.
P.S.: ricercando un'immagine che rivelasse la notevole somiglianza dell'attore con la sua erede, grazie ad un esemplare omonimo della sig.ra Derek ho scoperta l'esistenza di questa mitologica razza canina, intitolata "Ibizan Hound":
Mi è andata benone.
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