Journey to the Center of the Earth di E. Brevig (2008)
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(con tipico effetto 3-D)
Lo stesso finale di Verne e di Journey to the Center of the Earth di H. Levin (1959) con variante del supporto di uscita via Vesuvio che diventa un teschio di nosauro (;) e contadino falso-Italiano interpretato da un Canadese, invece delle suore...
Trasformare Verne in un videogioco non mi sembra meno peggio del trasformare Carroll in una video-installazione come ha fatto Burton poco fa; non mi sembra si possa menzionare l'arte in alcun caso. In questo però non si intravvede nemmeno lontanamente la pretesa di una simile menzione, in un mio possibile post dedicato a questo prodotto multimediale; cioè, che io non rispolveri il mio vecchio aggettivo da critico. E' un film che dimezza i tempi del suo antico e pittoresco avo, e lo rende simile ad un adventure del XXI sec. anche attraverso effetti di chromakey e animazioni abbastanza buoni solo per essere considerati come tali; ma questo vale più o meno per il 90% degli effetti speciali digitali, a parte Jurassic Park , Mighty Joe Young (ovvero, dove esiste una controparte materiale del modello, in produzioni estremamente costose) e pochi altri.
Ogni traccia dell'originale romanticismo scientifico e della meraviglia naturalistica qui è stata accuratamente rimossa con l'uso industriale di tecniche digitali ormai comunissime nelle produzioni cinematografiche, e il potenziale fascino verniano è malamente tradotto in una catena ininterrotta di tali effettismi ordinari, che non lascia un solo minuto necessario a creare dei veri personaggi oltre le loro vaghe umanità nominali e la loro simpatia coercitiva.
Molto Americano, e financo più ebreo di quell'altro, firmato da un Levin.
Molto Americano, e financo più ebreo di quell'altro, firmato da un Levin.
Giudizio: popcorn-3-d-movie senza popcorn e senza occhialini.
E' un po' come un gelato senza estate.
Devo ricordare almeno a me stesso che questo film era sulla chiavetta di Ste.
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