24/11/09

Mona e Monadi

Perdonate l'ironia del titolo, miei cari lettori, è inevitabile: la parola "monade" deriva dal greco μονάς (monas), che deriva da μόνος (monos) termine inteso allora come oggi in quanto "singolo" - non necessariamente "single".
Il perché di questa effemminatezza -che sicuramente riguarda soltanto l'ambiguità intrinseca dell' idioma volgare impiegato qui- mi è ignoto, e tutto sommato marginale, ma sicuramente non insignificante finché sono costretto ad usare la parola; altrove abbiamo già osservato che il termine vernacolare dei Veneti (tra i primissimi abitanti stanziali del Belpaese) corrisponde stranamente al possibile risultato della loro abitudine di mutilare di una consonante le doppie, e quindi al più noto "monna" immortalato da Leonardo con la sua Lisa. "Giochi" di parole, certo, scherzetti, e incontri fra radici del linguaggio che si considerano tali in base all'ignoranza di una monade logica, una matrice pre-babelica delle logosfere moderne, per cui ad es. la parola quiché "teo" (teocalli, Teotihuacan, etc.) che significa "dio" NON avrebbe nulla da spartire con il gr. θεός (theos) da cui il latino "deus", che oggi paradossalmente ritroviamo nelle parole composte come "particella divina", di nuovo come "teo" (teologia, teocrazia, etc.) etc., etc., etc., etc.

Il mondo delle parole E', essenzialmente, un gioco, e se non riusciamo a comprenderlo come tale in essenza, non potremo mai comprenderlo in nessun altro modo. "Tutto" è una parola, ogni cosa ha un "nome", ed è quindi immediatamente assimilabile ad una parola; di quello che "tutto" ed "ogni cosa" sono in realtà, al di fuori della nostra "grazia divina" riconosciuta dai cattolici come "verbo", o logos, possiamo soltanto immaginare, fantasticare, vagando negli spazi infiniti che circondano la nostra logosfera individuale, nazionale, e planetaria. La Realtà maiuscola che corrisponde alla favolosa "verità" degli gnostici, è dal Principio (di S.Giovanni) inaccessibile dal nostro apparato pensante, fintanto che esso non viene modificato secondo le pratiche mysteriose che oggi sono abitudini quotidiane del tutto spogliate del loro valore sacro.

Una ricerca sul termine "monade" sul web mi ha portato, appena oltre la soglia dell'etimologia, ad una quantità e una varietà di risultati -tra filosofia, gnoseologia, misticismo, religione, e via degradando verso il super-materialismo moderno- tale che non ha nulla da invidiare al termine stesso di "dio"; in quanto "ultima unità indivisibile" è sinonimo di "atomo", e come tale condivide la caratteristica divina di essere del tutto ignoto, al di là di ogni famoso inganno dapprima squisitamente personale assurto poi a scuola di pensiero, movimento culturale, o culto. Così come non esiste un "vero atomo", o particella primaria della materia riconosciuto dalla scienza, allo stesso modo abbiamo milioni di "mono-teisti" pronti a combattere (e non solo verbalmente) per la supremazia del "loro" dio su quello di qualcun altro. Ma come avevamo intuito qualche post fa, in questa stessa idea (assimilata da Platone, appunto, alla monade) riconosciamo invece il principio dell'Uno (un poco meno ambiguo, fintanto che corrisponde ad es. al dito indice) che si moltiplica nella Manifestazione all'infinito; e va notato che in questo principio si ritrova l'essenza della geometria frattale, attraverso la quale possiamo osservare la geometria di ogni cosa manifesta in Natura; in ogni caso, si tratta di reiterazioni, modificazioni, differenziazioni dell'elemento singolo, dell'uno, o se vogliamo, della monade.

Ora, possiamo credere che attraverso la moderna tennologia delle camere CCD sia possibile catturare le immagini delle infinite monadi sospese nella virtualità dello spazio "esterno" (nel gergo terricolo) e cioè non-differenziate, ancora direttamente correlate alle "sfere celesti" degli antichi? E come no, possiamo farlo addirittura ignorando totalmente queste fantasticherie dell' antichità per dedicarci alle nostre personali, e scoprire infine come quelle nostre idee che si credevano tanto campate in aria (in ogni senso) quanto "originali" siano in effetti vecchie di millenni, e infine archetipi -non appena abbiamo notizia di quest'altra fantasticheria ad es. attraverso il remake di Jung, invece che dalla "traduzione" originale di Filone...

La nostra "realtà" rimane immutata; domina sopra tutto e tutti la completa ignoranza; non sappiamo se l'idea di "monade" (sempre che l'una e l'altra siano due cose distinte) sia di fatto un "archetipo", ma limitandoci alle nostre conoscenze del "sapere Occidentale" possiamo facilmente dedurre che tali enormità "filosofiche" siano tra i tanti oggetti del pensiero moderno importati nell'antichità dalla sfera della Tradizione Orientale senza qualcosa di simile ad una logosfera tradizionale (=esoterica) in cui conservarle e tramandarle ai posteri, al di fuori delle sette segrete e delle misteriose confraternite che ne possono fare l'uso migliore per i loro fini occulti, e non certo per istruire l'utenza televisiva. O telematica.

In quest'ottica, la "monade" congiunge l'ideale divino al mito moderno dell'ufo, e in quanto termine qui descritto dal blogger occasionale, rimanda direttamente al personaggio mitologico dell' ἄγγελος (aggelos, poi angelus e angelo) ovvero, il "messaggero"; il messaggero della moderna tradizione cattolica ha sostituito quello del demone (δαίμων) Greco, nel suo ruolo di "essere che si pone in uno stato intermedio tra ciò che è Divino e ciò che è umano"; che nella cultura popolare odierna questi personaggi siano del tutto opposti l'uno all'altro, è degno di nota; entrambi sono a mio parere derivati da un archetipo, o modello primordiale, di entità interdimensionali abitanti di tutti quei livelli che essendo insensibili e in genere impraticabili per l'essere umano ricadono immediatamente nel regno dell'astrazione metafisica, con ogni pericolosa conseguenza di ordine "logico": la "ufologia", una "pseudoscienza" popolare, che studia fenomeni osservati a milioni durante la storia dell'umanità si oppone alla "teologia", una scienza che sforna continuamente dottori coronati d'alloro, ma che al contrario si basa su idee e pensieri che non hanno la minima corrispondenza nel mondo sublunare. Malgrado qualche famosa "madonna" (...), infatti, un "dio" non si è mai degnato di apparire nemmeno ad una pastorella analfabeta.

Sullo scenario apocalittico del mondo che si scopre improvvisamente "ecologista" (anche qui, da eco+logica) di fronte all'imminente catastrofe e ad ogni evidente degradazione dell'habitat terrestre, le apparizioni di queste entità si possono dire quantomeno prevedibili, almeno quanto sono inattese nei singoli casi; in quest'ordine di idee, la sfera tecnologica che ha prodotto il disastro ha provveduto anche alla realizzazione degli strumenti per "vedere" queste forme dell'essere tutt'ora incomprensibili, suppergiù alla stregua dell'essere umano.
Ma che non è umano.
Non di meno, la loro presenza non è meno enigmatica di quella dei loro cugini meccanici, i più tradizionali OVNI, in quanto limitata alla manifestazione, alla visione accidentale, senza alcun tentativo di comunicazione e di ulteriore espressione. Sempre che i famosi "crop circles", che sono apparsi a centinaia nei campi di mezzo mondo, ma i cui autori restano sconosciuti a parte qualche sfera di luce avvistata nei pressi (la letteratura a proposito parla di "orbs", ripresi occasionalmente da qualche videoamatore, mai di "ufo") non siano la loro espressione, da considerarsi giustamente "universale" in senso Pitagorico, e non di meno ancora incomprensibile, di un messaggio puramente simbolico; che come i simboli esoterici non abbiano altri significati oltre ciò che sono, ma che la capacità umana di comprenderli in questa forma pura sia ormai irrimediabilmente compromessa da secoli di indottrinamento materialistico, "falsamente logico" e teso alla disarmonizzazione dell'uomo rispetto alla natura planetaria, in favore del sistema industriale e consumistico.

Ogni parola, tutte le parole che descrivono tutte le cose note, e tutti i "giochi" di parole conseguenti, sono riflessi di tutte ed ogni illusione ottica, e sensoriale in genere, attraverso le quali percepiamo la manifestazione; si tratta in ogni caso di "giochi" simili alle favole e agli esempi puerili di un insegnante per descrivere un concetto troppo complicato ad un bambino; nella maggior parte dei casi, il malinteso è inevitabile; in ogni caso, il confine tra il "gioco" e ogni possibile "realtà" dipende dalle capacità intuitive -e non dalla conoscenza acquisita- del bambino.

Nel caso della geometria, mi riferisco all'interessante documentario che ha dato inizio a questo ragionamento, "The Top Secret NASA UFO Films", che come si è detto ha ben poco di segreto (tantomeno, "top") avendo già visto praticamente tutto su YouTube in passato. In particolare, riguardo il famoso "Tether incident", uno speaker si riferisce alle forme sciamanti attorno all' ordigno spaziale di origine umana come "discoidali", e questa è la prima osservazione degna di nota: che in uno spazio virtualmente infinito, visto da qualsiasi punto esterno, una forma sferica che non è soggetta al fenomeno di rifrazione della luce (come ad es., in una ripresa CCD) appare circolare, o "discoidale". Se insistiamo nel paragone con l'entità cellulare, dovremo convenire sul fatto che anche proiettata nell'infinità spaziale la forma di una di queste entità "dipende da fattori fisici e funzionali", e quindi sospesa nel vuoto tenderà alla massima estensione -da un punto centrale- che dà luogo alla forma sferica. E, come quella, sottoposta ad una forza esterna come ad es. quella gravitazionale, tale forma sarà modificata e che, limitandoci al mondo tridimensionale e alla fisica tradizionale, la prima modificazione sarà quella del "disco", ormai inevitabilmente assimilata nell'ambito delle osservazioni astronomiche -o visioni celesti- ai famosi "dischi volanti". Con questo non vogliamo certo insinuare che tutti gli aggeggi visti nei cieli finora abbiano tutti la medesima origine e partecipino della stessa natura, sarebbe come dire dopo aver visto un pony che tutti i cavalli sono alti meno di un metro e mezzo; ma certamente queste osservazioni sono pertinenti fintanto che immaginiamo che una forma di Intelligenza maiuscola sia in grado di riprodurre delle forme naturali allo scopo di muoversi nello spazio -come, nel caso dell'uomo e della sua minuscola intelligenza, Leonardo che imitava gli uccelli.

Il documentario in questione è di fatto una lunga intervista ad un tizio Canadese che osservando al rallentatore i VHS della NASA girati in prossimità dei suoi ordigni volanti ha notato la presenza di "particelle luminose" velocissime, le quali sicuramente non sono dovute ad una aberrazione delle riprese poiché gli astronauti stessi le menzionano nei loro (segretissimi) dialoghi.


"Cos'è questo?" chiede uno degli astronauti della missione STS alla base

"Cos'era quel flash?" chiede al collega, preoccupato; l'altro conferma di aver visto una lucina accanto a sé, al che il primo è in qualche modo sollevato, e risponde:


"Credevo di essermelo immaginato"...

Nelle riprese mostrate qui del portello dello shuttle, sono ben visibili e continui i movimenti di particelle luminose talmente veloci che nella maggioranza dei fermo-immagine appaiono allungate, simili a stringhe;


ma già da queste pochi fotogrammi è abbastanza ovvio che non sia questa la forma originale


Questo è il secondo fattore degno di nota, dal punto di vista dell'osservatore "frattale" della manifestazione: le dimensioni della forma.
Una volta stabilito che delle forme apparentemente colossali, stimate nell'ordine delle miglia di diametro, si muovono nello spazio extra-terrestre (e come dimostrano le fotografie con filtro UV e le più recenti riprese amatoriali dei così detti "orbs", anche all'interno dell'atmosfera) e che in quello stesso spazio convivono forme apparentemente minuscole, nell'ordine dei centimetri, possiamo solo affidarci alla nostra intuizione per stabilire una possibile relazione tra le diverse forme la cui unica differenza, sulla base della totale ignoranza nei loro confronti, consiste della loro dimensione e della loro velocità. La mia idea è che si tratti delle medesime forme, e che i fattori secondari di velocità e dimensione, relativi l'uno all'altro, dipendano da una volontà esercitata dalle stesse; questo, stranamente, non contrasta con le mie fantasie libristiche sulla suddivisione delle forme, dall'alto al basso, in forme più lente e più pesanti, non soltanto perché ci limitiamo allo scenario "esterno" dello spazio, o "alto", ma anche perché la meccanica quantistica ci ha già offerti, durante la sua breve vita, tutti gli elementi per comprendere la "relatività metafisica" delle forme materiali nella loro essenza "sub-atomica" (più propriamente, essendo l'atomo non più identificato di tanti oggetti volanti, "atomica") che per forza di cose interessa ogni loro qualità apparente, e come tale osservabile dall'uomo. Sappiamo che la sperimentazione ha dimostrato come una particella sia nello stesso istante (ovvero, all'interno dello stesso illusorio contenitore delle altre dimensioni osservate, che è il tempo) in due punti diversi dello spazio; la ricerca sulle super-stringhe suggerisce che la loro estensione sia limitata esclusivamente alle modalità dell'osservazione, e che l'estensione di ognuna di queste sub-subparticelle potrebbe benissimo essere pari a quella dell' universo conosciuto.
Molto probabilmente, anche di quello non-conosciuto.

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