L'unico film di Hitchcock che non ho rivisto (in TV) dai tempi della mia infanzia fino ad oggi è:
Under Capricorn (1949)
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che oltre ad essere un grande hitchcock, con qualche scenetta umoristica in perfetto stile
è nondimeno l'unico hitchcock aussie della storia - ma girato tra l'Inghilterra e L.A.- con due scene che ricordavo benissimo pur senza ricordare dove le avessi viste:
la toccante scena in cui Michael Wilding con la sua giacca fa della finestra uno specchio, con cui riflettere la bellezza della povera inferma Ingrid Bergman, e l'orribile rivelazione della "cosa" sotto le coperte:
che rivela le oscure trame della domestica per entrare nelle grazie del padrone, facendo passare per pazza e beona la moglie. E' strano, perché solo qualche giorno fa mi chiedevo dove avessi vista questa scena, che mi è rimasta stampata in mente per almeno tre decenni. Under Capricorn è uno degli hitchcock meno conosciuti e sicuramente il meno hitchcockiano degli hitchcock, ma essendo l'opera del Maestro che sta tra Rope e Stage Freight non può deludere i suoi estimatori malgrado la sua peculiarità; al contrario, come in Shadow of a doubt, dove l'omicidio è parte del passato filmico ma incombe minaccioso sul colpevole e sulle possibili future vittime -e in entrambi i casi si basa sull'ambiguità personale di Joseph Cotten- è un pretesto molto hitchockiano per analizzare la violenza umana mantenendola perlopiù fuori scena. A differenza di Shadow of a doubt qui la suspense è al minimo storico, ma lo stile inconfondibile di Hitch -anche senza Burks- e la grande prova degli attori ne fanno una perla rara, da rimirare con una frequenza possibilmente inferiore ai trent'anni.
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