26/11/09

Phenomenal Goofs

L'ultima volta che ho visto questo film è stata la prima, quando è uscito nei cinema:


Phenomena di D. Argento (1985)

E già da questa immagine, l'unica che ricordavo volentieri di un'accozzaglia di vermi, insetti, hard-rock, omicidi brutali e scimmie, è evidente il super-goofer che domina l'opera, dove una sola macchina del vento non è certo in grado di spazzare il territorio Elvetico con la potenza del Föhn, più volte nominato nei dialoghi; pertanto ricorrono spesso le inquadrature in cui soltanto gli alberi un primo piano sono mossi dal vento. A iniziare dalla prima. Ma non sono il tipo da cercare le parrucche nelle uova filmiche, come fanno tanti utenti su IMDB (e qui il vento non è nemmeno menzionato), benché sia ancora in grado di riconoscere un brutto film quando ne vedo uno. Phenomena è un brutto film, dove il contrasto fra gli incantevoli scenari Svizzeri e l'abusata parvenza angelica della Connelly (che nel recente Requiem for a dream è arrivata all'abuso sado-maso) con il gore degli eventi seriali è decisamente sprecato in una trama di pochezza imbarazzante, con un Donald Pleasance in prestito e una varietà di adolescenti rigorosamente senza reggiseno; di quest'ultimo particolare ho scritto altrove a proposito di A nightmare on Elm St., una furbata che se non altro speravo fosse frutto del genio Italiano poi adottato dagli Americani, ma purtroppo Phenomena è uscito l'anno dopo. Dunque, ecco perché ricordavo con piacere quella brevissima sequenza, con la protagonista che cammina tra i fiorellini verso il covo del mostro -figlio della solita pazzissima Nicolodi, stuprata, da quanto ho capito, da uno sciame di mosche; il motivo è che quella era l'unica scena da ricordare. Sprecata l'idea (che tra l'altro ricordo alla base di un fumetto della Marvel anni '70, del genere "Zio Tibia") degli insetti amichevoli, sprecato il contrasto tra le lordure cadaveriche e il pulitissimo scenario, sprecata un'altra occasione per Argento di lasciar perdere il cinema e dedicarsi a quella che è la sua vera vocazione: la coda alla vaccinara.

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