01/11/09

Qualcuno Ce La Fa Parte II

Ho visto questo film:


subUrbia di R. Linklater (1996)
☻☻

tanto di quel tempo fa, che mi sembrano secoli... Non conoscevo il regista, né i suoi lavori precedenti, ma allora come oggi - quando lo rivedo in lingua originale- ho apprezzato il flusso filmico, che oggi conosco come una qualità costante di Linklater, molto più della sceneggiatura teatralmente realistica, o realisticamente teatrale. In quanto "street view" preferisco ancora Slacker e Dazed and Confused, in cui la mancanza di un punto di riferimento


-l'angolino dietro il supermercato-

permette alla corrente cinematica di percorrere gli spazi infiniti all'interno del film; ma ovviamente il punto a cui si riferisce l'autore è uno squallido angolino sul marciapiede, tra l'entrata del supermarket e il parcheggio, proprio di fianco al cassone dei rifiuti; ancora una volta, niente casette con giardino, e ancora niente violenza, un vero primato che Linklater non ha intaccato nemmeno con un film di rapinatori a mano armata (The Newton Boys, dove l'unica sparatoria con ferito avviene fuori campo).

"This is my home" dice Tim, uno di questi slackers, di quell'angolo di strada; è anche pronto a tirar fuori la pistola per difenderlo dalla minaccia marrone dal Bangladesh. E questo mi riporta a considerare di nuovo la Visione dall'Alto di Home, dove si susseguono lievi gli scenari in fondo al cielo:


dove vivono gli animali



e dove vive la gente...

Esiste il minimo indizio di una affinità tra questi due scenari? Io continuo a non vederne, e continuo a pensare che la nostra innaturalezza moderna non sia un fattore evolutivo, così come non lo è il fatto che la nostra maggiore fonte di nutrimento, l'agricoltura:


oggi produca per "più del 50%" ciò che viene trasformato in nutrimento per la popolazione di bovini


(ma anche di suini, ovini, etc.) sterminata in ogni senso, cioè innumerevole e quotidianamente massacrata, per un fabbisogno alimentare di cui in effetti non necessita alcun individuo umano.

I "dati di fatto", che in questa occasione abbiamo modo di osservare con lo sguardo distaccato della MdP giroscopica su di un mini-elicottero, riguardano perlopiù l'inquinamento e gli abusi di ogni genere perpetrati contro l'Entità planetaria dall'umanità, che ha rivelata nel tempo la propria natura virale e parassitaria. Ma è talmente ovvio, osservando la mostruosità del suo habitat artificiale, che si chiami "Los Angeles" o "Pechino" o "Milano", e su qualunque continente sia sorta; come si può anche solo immaginare che le genti nate e cresciute e pronte a morire in questi grigi e fumosi teatrini della morte possano tirar fuori qualcosa di buono?


In questo tipo di "civiltà" ci saranno sempre ragazzotti che passano le giornate nell'angolo della strada a bere birra, che non sanno proprio che farsene di loro stessi, e gente che per poter passare la giornata scava nei rifiuti, come questi qui sopra. (Quelli che camminano, intendo.)
Qualcuno -come il cantautore earthland feeling di subUrbia- ce la fa; solo per tornare in limo al vecchio angolo dov'è cresciuto, e dove ha lasciati gli unici veri amici fuori dall'Industria dell' Intrattenimento di massa. Per essere abbracciato, o insultato o deriso o invidiato; o anche per trovarsi una donna.

Probabilmente anche alcuni degli scavatori di rifiuti ce la fanno, e arrivano a potersi permettere di scavare tra le offerte speciali di un supermercato in luogo dei cumuli di immondizia; "farcela", alla fine, è soltanto un punto di vista, e sicuramente quello di Yann Arthus-Bertrand (il vero autore di Home) è quello che preferisco.


e anche i suoi attori


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