The American Dreamer di L.M.K. Carson e L. Schiller (1971)
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C'è ben poco da vedere, in questo documentario sull'attoregista Dennis Hopper, girato proprio in quel momento storico in cui oltre al "final cut" di The last movie riuscì a tagliare fuori sé stesso dal giro, come abbiamo già visto prima. In effetti non è tanto il suo sacchettone di "marijuana" (Cannabis Indica)
a impressionare, o il fatto che egli si dica criminalizzato dalla società per questa sua abitudine comune a tanti cittadini rispettabili; è invece degno di nota il fatto che non spenda una sola parola in favore della sua depenalizzazione, capitandogli di essere malgrado tutto un personaggio dello spettacolo di grande fama e discreto successo internazionale...
Questa è la sua descrizione di sé: "When I was a child I thought as a child; when I became a man I still thought as a child. As a child I was very, very unhappy and I was very lonely, and the only way I thought I could stop being unhappy and stop being lonely was to become something like an artist..."
Poi spara:
contro il nulla, in mezzo al deserto. Gigioneggia goffamente:
e per qualche motivo si fa riprendere mentre giace con due donne nella vasca da bagno:
che per la mia scarsa esperienza posso solo immaginare come una delle cose più scomode in assoluto.
Infine Hopper si trova circondato da "chicks" sul suo letto -più o meno vestite- e non può resistere all'impulso di mostrare loro le chiappe; vi risparmio le immagini, avete la mia parola di blogger. Non è quel grande spettacolo, ma tutto sommato non è nemmeno la cosa peggiore del "film"; e non fa che rafforzare un dubbio riguardo le effettive capacità di Hopper, che non sono mai sembrate straordinarie ma non gli hanno impedito di entrare nello star system. Adesso abbiamo la certezza che non è stato per il suo gran culo -perché ha un culetto piatto e insignificante- mentre questo documento ci mostra senza ombra di dubbio quanto egli fosse ben disposto a porgerlo... E la passione per le armi non depone a suo favore, nemmeno in questo contesto.
Avrei dato almeno una faccina a questo titolo, poi mi sono ricordato delle canzoni.
The American dreamer deserves an American comment: Big, Big Fail.
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