18/01/11

Tagli e ritagli

La trama: nel 1966, l'utenza cinematografica Americana è stanca della solita robaccia che gli viene propinata dalle majors, e le sale vengono disertate mentre l'arma finale, la TV, è nel pieno della sua attività di annichilimento mentale di massa. Giovani artisti dalle idee innovative, incoraggiati dal successo degli autori Europei e ispirati dagli stessi nella loro opera "poco commerciale" scoprirono presto che lo spettatore di un'epoca tanto movimentata rispondeva positivamente a quel nuovo modo di fare cinema, più intimista e talvolta sperimentale, e di fatto nel giro di un decennio soppiantarono la vecchia guardia e seppellirono i dinosauri, creando quella che venne definita "la nuova Hollywood". I loro nomi:












Sono i protagonisti di


di K. Bowser (2003)
Fu così che il giovane ribelle protagonista dei B-movies su due ruote di Roger Corman come Wild Angels:


divenne "Captain America" nell' "apologo generazionale" e poi "cult movie"


Easy Rider

senza nemmeno doversi cambiare il costume di scena. Che poi erano i suoi abiti personali.
Peter Bogdanovich, che non è accreditato nei titoli di Wild Angels ma qui dice di averne riscritto il copione "all' 80%", ebbe la possibilità di dirigere il suo primo feature film a patto di lavorare su un film già esistente di Corman:

The terror

il quale casualmente è interpretato dal giovanerrimo Jack Nicholson (as Lt. Andre Duvalier)


il compito di Bogdanovich era di aggiungere del nuovo girato con Boris Karloff, che era in debito di 2 giorni di riprese con Corman; egli utilizzò invece solo qualche spezzone di The terror, e il vegliardo a disposizione, come simbolo di un horror ormai risibile e obsoleto, all'interno di una storia di terrori ben più concreti e molto meno romantici, al cui richiamo il consumatore super-materialista dell'epoca sarebbe accorso molto più volentieri; fu questa la genesi di

Targets

Sono tanti gli episodi e gli aneddoti degni di nota, dalla creazione dei "Beatles Americani"

The monkees

al racconto di Dennis Hopper, guest star in qualche episodio del serial The rifleman diretto da Peckinpah


e l'unico del cast a fumare erba con il regista nel suo ufficio.
E ancora, il dolore malcelato di Polanski ad una conferenza stampa dopo l'omicidio di Sharon Tate


l'apprendistato di George Lucas sul set di The rain people di F.F.Coppola

(dove compare come produttore associato)

 le rivalità "stellari" tra Altman e Beatty sul set di McCabe & Mrs. Miller


narrate dal direttore della fotografia Vilmos Zsigmond con un accento simile a quello di Dr. Strangelove:


le avventure di Hopper e i suoi amichetti nella "capitale mondiale della cocaina" -il Perù- set di The last movie, dove "andavano a cavallo e usavano enormi quantità di droga"...


un film di cui Hopper dice di avere avuto il "final cut" con cui riuscì anche a "tagliarsi fuori".
Particolarmente interessante la testimonianza di 


che riassume brevemente il destino degli studios Paramount in quegli anni: furono comprati dalla mafia, dietro la facciata della Banca Vaticana rappresentata da un tale Michele Sindona -da costui definito "a rather unsavoury character"- il quale cominciò a produrre film porno negli studios stessi.
E' sempre Bart a ricordare poi quello che dice essere stato "the ultimate film geek":


Hal Hashby, regista di Harold and Maude



e del quale Margot Kidder dice che ti potevi chiedere se sarebbe stato capace di allacciarsi le scarpe o di attraversare la strada, ma che alla fine riusciva a "manipolare gli studios per fare esattamente quello che voleva". 

C'è Richard Dreyfuss, che non credeva proprio di stare facendo qualcosa di importante sul set di American Graffiti

e introduce l'avvento dei suoi compaesani, i super-ebrei che riuscirono ad accatastare le più alte montagne di soldi mai viste:

 Steven Spielberg
e George Lucas
che secondo 

odiava stare sul set, e avrebbe preferito fare porno, dove basta "una stanza riscaldata, e se una location non va bene se ne usa un'altra, alla gente non importa".

Ma la vera sostanza di questo "periodo d'oro" viene menzionata solo alla fine


quando costui


racconta di essere andato ai bagni durante un tributo dell'AFI ad Alfred Hitchcock, dove il suono del tiraggio (snoring) era così forte che gli sembrava tutto uno scherzo; vedendo questa foto, ci chiediamo se anche Hitch non ci fosse passato:

e da quanto possiamo capire qui, tutti i suddetti ne hanno abusato in quantità hollywoodiana, tanto che questa -ancor più dell'alcool- sembra essere stata la vera causa del crollo finale di


Sam Peckinpah sul set di Osterman Weekend.
Ebrei, mafiosi, donne facili e uomini difficili, nerds e cowboys... Tutti accomunati da un'unica passione per lo sballo di prima scelta; sembra che nessuno di loro avesse coscienza di stare rivoltando la mecca del cinema come un calzino, nel momento in cui lo stavano facendo.
Come testimonia


nel finale, la figura del "regista eroe" non durò molto, e colla fine degli anni '70, ironicamente, "it was sort of petering out"; il che per lui è comunque più conveniente del significato più popolare del suo nome.
Tutti loro sembrano essersi confusi nella massa, durante il black-out degli anni '80, per finire nel maelstrom multimediale del nuovo millennio. Dove sono protagonisti di un file avi scaricato illegalmente dal web, tratto dal dvd di un documentario (altrimenti) inedito nel Belpaese. E credo che nemmeno in questa forma non siano molti gli utenti che l'hanno pescato. Noi siamo la generazione dopo quella "sex-drugs-n-rock'n'roll", e non avremmo nemmeno una vera Hollywood come quella da ribaltare; possiamo sempre cercare di entrare nel circuito dell'intrattenimento di massa, ma l'unico modo per sovvertirlo sarebbe la guerra termonucleare.

Molti degli stessi citati in questo li ritrovo in

-tanto per restare in tema di nomi cazzuti- dove l'autore intervista diversi artisti


penalizzati dall' apparentemente immotivato NC-17 (corrispondente al nostro VM18) posto alle loro opere dalla MPAA, ovvero la censura USA diretta da tale Jack Valenti dal 1966 al 2005, e oggi capeggiata da Bob Pisano; cerca inoltre di capire quanti e quali contenuti scatenino le azioni censorie


senza risultati rilevanti, e affitta una banda di investigatrici private (e lesbiche) 


per scoprire chi siano i membri del temibile collegio, dalle cui scelte dipendono spesso le sorti di produzioni milionarie; infine riesce in questa impresa, e prima dei titoli di coda compaiono tutti i loro nomi...
Cosa che potrà forse interessare qualche regista arrabbiato in cerca di giustizia privata (ma Clint Eastwood non è fra i tartassati), mentre immagino che l'utente medio si possa accontentare dei tanti spezzoni "forti" -variamente catalogati- che costellano il film:



This film... è disponibile su Youtube quasi interamente; solo la prima parte è stata censurata (?).
Interessante, ma non troppo.

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