27/12/10

Another film in the blog

L'esatto opposto di quanto ho scritto su Tommy (V.) a proposito della anima musicale del film, potrei scriverlo su questo


Pink Floyd The Wall di A. Parker (1982)
tratto da uno degli album che ho sentito di più verso la fine degli anni '80, molto dopo l'uscita di film e disco, e malgrado i Pink Floyd non fossero nella mia dieta musicale; l'omonimo album è una delle cose + struggenti mai concepite, un "brutto viaggio" tra memoria, allucinazioni, fantasia, alienazione e depressione, una colonna sonora perfetta per l'epoca, assieme a tutto il repertorio dark, che pure era al 99% made in the U.K... Dobbiamo almeno prendere nota del fatto che in entrambe le due "opere rock" la figura del padre estinto (in guerra) e quindi la sua assenza sembra avere un ruolo determinante nello sviluppo anomalo dei futuri autori...


Interpretato, per così dire, dal giovane Bob Geldof -famoso soprattutto per questa parte il cui intero copione consiste della famosa battuta, che urla dopo aver gettato il televisore dalla finestra (chiusa):


"THAKE THAT, FUCKERS!"

The Wall mantiene lo spirito di psicopatia universale, e "urgenza di volare" dell'album,  


messo in scena con un ottimo lavoro di art direction 




e supportato efficacemente dalle animazioni lisergiche di Mr.Gerald Scarfe





con il rampantissimo Bob Hoskins nel ruolo del Rock and Roll Manager, che sputa champagne:


e addenta mezzo ananasso:


La mia scena preferita è in effetti quella con la mia canzone preferita dell'album, Nobody Home:


Paradossalmente, anche questo film finì per entrare nella mia colonna sonora esistenziale, sintonizzata all'epoca del film sugli anni '30/'40, grazie alla canzoncina d'apertura cantata da Vera Lynn, The little boy that Santa Claus Forgot:


P.S.: in The Wall non compaiono altre droghe che questa:


con tanto di Rizla rosse da rollare (sulla dx.); penso che queste cartine abbiano fatto più vittime dell'HIV negli anni '80;  erano talmente spesse che potevi fare a meno di metterci dentro qualcosa.

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