Tommy di K. Russell (1975)
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Il padre di Tommy
Robert Powell era già stato Mahler (poverino, ma poi gli è passato!) per Ken Russell l'anno precedente, e dopo aver dato i natali a questo peculiare messia pop-rock si apprestava a fare il Re dei Re in TV...
Tuttavia non è certo il nome più famoso del cast, prima donna Roger Daltrey, e il solito Oliver Reed
come amorevole "zietto" e la mefistofelica Ann-Margret nei panni della mamma
Tina Turner come "acid queen"
in luogo di David Bowie; Elton Jonh come "local lad", o Pinball Wizard
e un giovane "king of Hollywood"
che sostituì Cristopher Lee all'ultimo momento as "the specialist.
Stranamente, il grottesco culto del campione di flipper cieco e sordomuto, che non viene miracolato da Santa Marilyno risanato dalle droghe
ma che può correre sulle acque grazie al chroma key
è rappresentato nella tristemente nota iniziale del suo nome, che Hislop ci ha rivelata essere l'origine della più famosa croce
con una simbolica PALLA (da flipper, certo) posta sopra...
Mi chiedo se questo possa avere influito sulle menti del pubblico, nel '75 come nell' "anno zero", richiamando memorie ataviche condannate ad un eterno silenzio. Comunque sia, la cosa peggiore del vedere un film interamente cantato, per tutti i 106' della durata, capita se le canzoni stesse non sono "il tuo genere"; e la musica di "The Who" non è proprio il genere di musica che amo ascoltare abitualmente.
Posso apprezzare ancora una volta il talento di Russell nella sua rutilante, sfarzosa messinscena, con qualche sequenza memorabile come la grande fagiolata:
ma non avrei mai ascoltata la "opera rock" di "The Who" senza almeno tutta questa roba da vedere.
La sequenza finale, in compenso, è gloriosa.
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