Questa notte ho visto (finalmente)
Vampyr di C. T. Dreyer (1932)
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in una versione pescata dal torrent che probabilmente è la stessa di Youtube qui sopra, messa insieme colle versioni francese e tedesca. Qui si narra dell'incauto Allan Gray
(con questa espressione atterrita nel 90% delle scene) ricercatore del paranormale, che finisce alloggiato proprio nella tana del mostro, un vampiro che ha poco da spartire con le altre sue rappresentazioni cinematografiche:
ma che succhia il sangue come tutti gli altri:
E' il primo film sonoro di Dreyer, dove sopra le musiche e i rarissimi dialoghi è il fruscio giurassico della colonna sonora a dominare, come il crepitare di un fuoco elettronico di sapore lovecraftiano. Le vicende di Allan Gray sono montate in parallelo colla lettura del libro segreto sui vampiri:
lasciato in eredità dall'autore, morto per avvelenamento da piombo... A questo proposito, il film ci offre un intermezzo comico, quando il vecchio viene sparato alle spalle con una doppietta:
e il provvido Gray lo soccorre somministrandogli del té (o brodo?) con un cucchiaino:
Ma troviamo anche le "ombre indipendenti":
che Coppola userà soltanto sessant'anni dopo nel suo Dracula; e la terribile trasformazione della giovane vittima del mostro in vampira, in questo fotogramma all'acme della orrida mutazione:
Infine, il "viaggio astrale" di Gray, che si sdoppia grazie alla magia del cinema
e finisce sepolto non proprio vivo, e nemmeno morto, ma in una famosa ripresa in soggettiva che non mancò di sbalordire il pubblico dell'epoca:
Gotico finanche nei sottotitoli:
Vampyr è un prototipo di "horror" piuttosto patetico in quanto tale, girato dieci anni dopo un capolavoro del cinema muto come il Nosferatu di Murnau, dove il mostro è ancora oggi spaventoso, e immerso in un'atmosfera densamente orrorifica... Come, o perché, non saprei dire, ma c'è anche quello su Youtube:
Al mio lettore non basta che visionarli entrambi, per poterne trarre le proprie conclusioni.
Per quanto riguarda il mio giudizio, è: deludente.
Per quanto riguarda il mio giudizio, è: deludente.
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