Della visione di questa mattina posso annotare solo l'allineamento di quattro "cellule".
Quattro ore dopo, mi chiedo ancora quale potesse essere il significato di tale visione ma immagino che, qualunque fosse, era abbastanza importante da ripeterlo per un numero indefinito di volte;
non saprei dire se la visione fosse quella di uno schermo di computer o "digitale" in sé, senza media di sorta; probabilmente le immagini erano quelle di una sequenza molecolare. Devo anche annotare il fatto che mi sono svegliato un paio di volte prima che suonasse la sveglia, per poi riprendere il medesimo sogno.
Mi sono reso conto che il mio primitivismo non si limita all'eliolatria, quando mi sono trovato a condividere pienamente l'idea espressa dagli indios dell'Amazzonia del film Fitzcarraldo (visto ieri con MM2) che "pensano che la nostra vita non esiste, che sia soltanto un'illusione dietro la quale si nasconde la realtà dei sogni"; in questa illusione il mio destino non è diverso da quello del protagonista, con l'unica differenza che non posso permettermi di comprare una nave. Ma in qualche modo la piena consapevolezza di questa realtà illusoria riesce ancora a tenermi a freno.
Del film di Herzog, straordinaria impresa di cui si è già parlato fin troppo negli anni '80, e di cui sto scaricando la parte + significativa -il making of- ricorderò soprattutto il tigrillo (oncilla) domestico:
di xonocliana memoria, e i capelli di "Cervantes":
che MM2 definisce "un casco". Sorprendenti.
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