03/01/10

The good, the ugly and me

Ho persino sognato di Hayley Mills, una notte del millennio scorso; c'è ancora qualcosa di fiabesco in quella bambina, il cui nome è legato al personaggio disneyano di Pollyanna, ed è qualcosa che appartiene ad una persona apparentemente creata negli studi Disney, ma che di fatto è nata a Londra e incarna una bellezza ideale Anglosassone tanto rara quanto inconfondibile --penso ad es. a Robert Smith dei Cure. Qualcosa che sembra snobbare del tutto la volgare attrazione sessuale, e qua e là nel corso del tempo appare in qualche epifania commerciale con tutta l'aria di un cartoon.
Il primo film di questa notte era il Super-Classico


Frankenstein di J. Whale (1931)
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che ha dato inizio a questo percorso film-nemonico; infatti la storia di una complicità fra una bambina e un ricercato accomuna El espiritu de la colmena - dove proprio la visione di Frankenstein sconvolge la piccola protagonista - al secondo film di questa notte, esordio della giovane Hayley sugli schermi, ancora accompagnata dal papà:


(Mistery at) Tiger Bay di J. Lee Thompson (1959)
Un film che non vedevo da una vita.
Per me è sempre più raro vedere facce simpatiche, tra tutte quelle che mi capitano dentro e fuori dagli schermi; quella per Hayley Mills (almeno a quella età) è una super-simpatia che non ricordavo nemmeno, e sono lieto di ritrovare inalterata un millennio dopo.


La differenza è che di questi tempi non posso nemmeno sospettarmi di pedofilia, dato il mio completo distacco dalle faccende mondane; ancora qui mi limito ad osservare le cose, forme date da luci ed ombre che costituiscono la magia del cinema e della sfera sensuale nella quale si esperisce quest' arte ed ogni altra cosa; la particolare simpatia per una di queste forme -che in genere non interessa esemplari della specie homo sapiens- mi rallegra ogni volta come una sorpresa del tutto inaspettata; può essere una rara particolarità a rendermi adorabili queste figure animate, anche se la popolarità della giovane diva d'altri tempi è indiscussa.
La lucentezza dei suoi capelli:


in questa inquadratura mi fa l'effetto di un cucchiaio di miele.
Quello che mi fuorvia infine è la inquietante presenza di



che ho (ri)visto solo qualche giorno fa in Midnight Lace.

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