04/01/10

He was what I am

Un film bislacco:


Popeye di R. Altman (1980)
☻☻

dove lo scenario è da qualche parte fra Fellini e Mc Cabe and Mrs. Miller, ma ricostruito a Malta, e nella originale atmosfera di indigenza e bizzarria dipinta da Segar nelle sue strips -compresi alcuni dei personaggi più "datati" che non sopravvissero all'avvento della TV- l'esordiente Robin Williams e la filiforme Shelley Duvall imitano i loro predecessori animati (già piuttosto estranei sullo stesso scenario) cantando alcune tra le peggiori canzoni da film mai cantate, in una struttura filmica fortemente altmaniana; il che risulta in una delle opere più incomprensibili nella storia della cinematografia mondiale.


Se si trattava di un omaggio, perché non aderire perfettamente alla sfera segariana, che sicuramente nella sua saga fumettistica offre infinite occasioni per una degna messinscena del personaggio e del suo rutilante entourage, magari in uno di quei compendi filmici di cui gli Americani sono sempre più esperti, invece di ammassare il tutto in una sorta di musical circense che non può soddisfare né i bambini (perché è quanto di più lontano dal film-fumetto si possa immaginare) né gli adulti (perché alla fine è un film su Popeye)? Proprio in questa domanda è la risposta, e il significato di questo film prepotentemente altmaniano, fortemente contro, il cui messaggio viene spiattellato senza complimenti né mezzi termini, alla marinara, ed è lo stesso ripetuto dal protagonista, il suo stesso motto: "I am what I am 'coz I am what I am"....
That was Robert, the filmmaker man.
Nel cast compare anche il suo nipotino, Wesley Ivan Hurt as Swee'pea:


il poppante più gigione mai apparso sugli schermi; dicono che ora faccia l'insegnante in un liceo del Missouri, e che non si ricorda niente del film.

Nessun commento:

Posta un commento