August Underground Mordum di Toetag Pictures (2003)
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Questo film è considerato "il più malato" mai prodotto, e vederlo è un atto di violenza contro sé stessi o, come avrebbe detto Aristotele, un ottimo esempio di catarsi, una dolorosa purificazione per conto terzi, raggiunta attraverso 80 minuti di angherie audiovisive continuate, sfogliando un ampio catalogo di sevizie, umiliazioni e ingiurie chirurgiche non-stop. Sta allo spettatore decidere -poi- se valeva davvero tutta la pena di vederlo. Per quanto mi riguarda, posso ben definirlo "impressionante", perché questo raro esempio di falso-snuff che potrebbe passare per vero è stato in grado di interessarmi a livello fisico, cardio-circolatorio, come pochi altri; prima di scoprire che anche in questo caso il verbo "sentire" mantiene la sua ambiguità effettiva, ovvero che prive dell'audio (ripreso senza una sola nota musicale di accompagnamento, e con un intermezzo too-heavy metal non meno irritante del resto) la reazione psicofisica viene ridotta al minimo, così che l'accozzaglia di morbose sozzerie è finalmente osservabile in quanto espressione cinematica, e non come una vomitata filmica che ti investe.
Pur riconoscendone, grazie a questo espediente, tutti quei valori che sono immediatamente incomprensibili a causa dell'effettivo coinvolgimento (del sentire, appunto) mi sono poi ugualmente chiesto se si possa parlare di cinema vero e proprio, lungi dal tirare in ballo la parola "arte", che sempre più raramente è lecito associare a questa completa, giovane, e perlopiù ancora sconosciuta forma di comunicazione audiovisiva. E inizialmente mi sono risposto, NO.
Poi ho ripensato ad un film davvero sconvolgente, traumatizzante, osceno; un film che mi sono pentito mille volte d'avere visto, e che invece consiglierei a tutti quegli omni-vori che non lo classificherebbero mai come il vero snuff-movie che è, Earthlings.
In quanto super-animalista, non mi è stato difficile allora capire quella differenza che per molti degli spettatori scandalizzati di Mordum resterà ignota, tra il vero orrore e il vero cinema. Che in ogni caso, a partire dall'ambiguità della visione coatta, è una riproduzione dell'esperienza onirica. Da qui, ho ri-analizzato il "film più violento della storia", che è, soprattutto, una installazione horror messa in scena da gente che probabilmente sa poco o punto di cinema e lo dimostra nel modo migliore, facendo passare facilmente per filmino amatoriale delle pessime riprese, ulteriormente peggiorate in post-produzione. La specialità di questa gente sono gli effetti speciali, che in genere vengono utilizzati con una certa parsimonia e un briciolo di tatto anche dai registi più emofili e temerari. Dunque la sincerità della loro opera è lampante: in quanto tecnici degli effetti speciali essi non fanno altro, dall'inizio alla fine del film. L'effetto speciale finale, dell' insieme, è una sorta di incubo incessante, nauseante. E' quel genere di violenza patologica e difficile da sopportare di cui si sentiva una gran mancanza in un film dichiaratamente anti-violento e volutamente (ma poco) violento come Natural Born Killers.
In quanto incubo, è estremamente ben costruito grazie all'apparente anarchia della visione in cui ci immerge da subito, rendendoci improvvisamente partecipi di eventi orribili e universalmente repellenti che si susseguono senza un filo logico, e senza il minimo indizio sul luogo in cui ci troviamo, o sull' identità dei "nostri" aguzzini; fino alla fine queste facce da pazzi non avranno un nome, e ancora non avremo idea di dove sia quell'infernale scantinato; infatti questo è uno dei pochissimi film in cui non esistono "personaggi e interpreti", nel cast listing vediamo elencati gli stessi nomi di coloro che hanno ideato e realizzato questo sogno immensamente brutto, oltre quelli delle loro "anonime" vittime. Che soltanto rivedendo poi nella photo gallery della ToeTag possiamo esser certi non risultino s-comparse durante le riprese di un vero snuff:
Le nudità, i rapporti sessuali di depravazione estrema, quasi-surreale, il flusso continuo di parolacce e offese con il sottofondo di risate folli, gemiti e urla, le ambientazioni apparentemente casuali con una buona percentuale di sotterranei (ovviamente) sono tutti accorgimenti in grado di rendere realistico il (brutto) sogno, l'estremo paradosso cinematografico che vediamo qui mostrarsi in tutta la sua agghiacciante potenza.
Ho avuto abbastanza incubi spaventosi e inenarrabili, nel mio passato di utente onirico, da poter discernere quegli elementi che li accomunano a quest'opera, e considerarla infine uno riuscitissimo esperimento oniromimico; ma io personalmente non obbligherei nessuno a vederli -- e forse questo è il motivo per cui io non sono un regista, ma un sognatore.
Infine, Mordum è sì l'opera di una mente folle, ma in quest'ottica la sua follia è di un genere cinematografico, quasi-artistico, e non meramente patologico: è una follia coraggiosa, rivoluzionaria, contro- corrente, minacciosa e promettente. Anche se dubito molto che potrà mai essere apprezzata al di fuori del circuito degli orroristi, dei cinefili estremi, e dei cultori di Satana.
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