14/01/10

L'urlo della lumaca

Prosegue la maratona dei film insostenibili, con la prima visione di


What is it? di C.H. Glover (2005)

through his company

in uno screener con effetti subacquei che ne amplificano -se possibile- la difformità; al titolo-domanda segue un sottotitolo di risposta: "Being the adventures of a young man whose principle interests are snails, salt, a pipe, and how to get home. As tormented by an hubristic, racist inner psyche." Il riferimento alla famosa tagline di Clockwork Orange mi pare, più che casuale, del tutto indifferente. Va notato inoltre che l'interesse del giovane per le lumache consiste nello cospargerle di sale per guardarle -e farcele guardare- mentre si squagliano, con una occasionale decapitazione che di certo non me lo rende più simpatico.


Shirley Temple nazi con un frustino dove non batte
il sole è il fulcro dell'oscuro simbolismo gloveriano

A parte ciò, bisogna riconoscere una qualche sorta di bellezza in questo delirio filmico, a partire dall'impossibilità di descriverlo coerentemente; ho notato oggi che le recensioni di Mordum in gran parte si limitano a descrizioni più o meno dettagliate e più o meno inutili (per non dire inopportune) delle varie atrocità messe in scena dalla ToeTag; qui sarebbe impossibile fare lo stesso, non tanto per la mancanza di atrocità (che per qualche motivo interessano solo i gasteropodi) quanto per la effettiva difficoltà nello scorgere un bandolo in questa matassa, la cui inestricabilità mi pare il fascino maggiore. Parafrasando di nuovo Jung, da che nulla ha significato oltre l'incomprensibile What is it? è un'opera altamente significativa, probabilmente una delle più significative degli ultimi 100 anni.


La donna-scimmia depone la sua anguria in dono al Super-Ego del giovane uomo

Anche qui, l'originalità estrema dell'operazione si riconosce dal cast dove il protagonista, interpretato da un ragazzo down -come gran parte degli attori- è "the young man", di cui troviamo anche un "alter ego" e una "fantasy girl", mentre Glover interpreta un "Dueling Demi-God Auteur and the Young Man's Inner Psyche and Id" e non, come invece azzarda ironicamente il Giovane uomo, "McFly"...


L'apparizione della divina Shirley, interpretata da un decrepito bambolotto,
su nuvole di bambagia, mentre la donna-scimmia, beh... è ovvio

Le visioni di Glover hanno ben poco dell'onirico; sono crude e barocche e gravemente teatrali, avanguardistiche, sperimentali, e si discostano con tanta facilità da qualsiasi etichettatura comune che nel loro insieme si possono descrivere come un breve tragitto - decisamente imprevisto e fuori mano- attraverso il mondo interiore di un anti-divo che si propone come anti-regista.


Oppure, anche, un' altra risposta possibile a quest'opera che evidentemente richiede una risposta impossibile, ma che è certamente banale di fronte alla domanda: che il mondo è un teatrino pieno di mongoloidi, dove un paraplegico può contendere lo scettro al re dei freaks che lo ha messo in scena, e infine ottenerlo. Salvo poi scrivere con lui la seconda parte -It is fine! Everithing is fine- che è senza il minimo dubbio (senza nemmeno vederlo) la risposta più adeguata, e verosimilmente l'unica per questo film-domanda.

P.S.: tra i ringraziamenti speciali nei titoli di coda troviamo quelli per David Lynch (abbiamo già apprezzato la parodia della loro stravagante accoppiata su YouTube) e per Werner Herzog; non mi sembrano riferimenti casuali

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