24/01/10

Piccoli Tedeschi nell'ombra della Grande Guerra

L'altro ieri mi sono svegliato con un orribile "torcicollo" che per qualche tempo ho temuto essere il prodromo di qualche grave malattia degenerativa o invalidante; il motivo di simili preoccupazioni è dovuto ai più acuti e lancinanti dolori che io abbia mai esperito al di fuori del cavo orale, ovvero, non dovuti a problemi dentali. Data la loro particolare acutezza, ho motivo di ritenere che si tratti ugualmente di dolori di origine nervosa, che interessano la base del collo e si irradiano alla spalla destra fin sotto la scapola. Invece di attenuarsi nel tempo, il problema si è aggravato a tal punto che a sera non ho potuto letteralmente cenare; infatti il particolare movimento del braccio che portava il cibo alla bocca era eqivalente ad una coltellata in questa zona della nuca, ma come si può ben immaginare, trattandosi di nervi, dei colpi di coltello sarebbero stati più graditi. Nondimeno, il solo restare in posizione seduta era doloroso, rischioso perché un solo movimento sbagliato rischiava di costringermi a trattenere le lacrime o un urlo.
Dopo essere riuscito a prendere sonno nell'unica posizione in cui restare sdraiato non mi procurava fitte lancinanti, ieri mi sono svegliato di nuovo apparentemente rimesso, ma per tutto il giorno ho mantenuto il collo curvo in avanti, evitando accuratamente di alzare la testa per non essere pugnalato alle spalle da questo implacabile assalitore interno. Nella mia longeva carriera di paziente i picchi di dolore assoluto, capace di offuscare la mente e -se non altro- ricordarmi molto da vicino l'impulso puerile del pianto, sono stati causati dalla perdita di due denti; il mio paragone dunque è avvalorato dall'unica cognizione possibile, dell'averlo sperimentato di persona.
Il terzo giorno, infine, la zona è ancora dolorante ma ho riacquistato la posizione eretta e posso servirmi tranquillamente del braccio destro e dell'articolazione per muoverlo senza problemi. Ne scrivo perché si tratta di un episodio -fortunatamente- unico, nella mia esistenza, ma soprattutto per la sua peculiarità; può davvero bastare una "posizione strana" assunta nel sonno, oppure "un colpo di freddo" per causare due giorni di semi-paralisi e l'infiammazione di un certo nervo (che ho identificato come nervo accessorio spinale, che di fatto interessa il muscolo trapezoide) di tale entità e durata?
Un episodio simile può essere causato da una "ernia del disco", che in genere è causata da un grosso sforzo, e sicuramente non scompare dopo due giorni.

Svegliandomi questa mattina stranamente sollevato, non dovendo più tenere la testa protesa in avanti e non avvertendo più la minaccia incombente ad ogni movimento di collo e braccio, mi sono guardato allo specchio con uno sguardo... interrogrativo. Una particolarità della mia mimica facciale consiste nel fatto che tendo a sollevare solo il sopracciglio sinistro; lo comprova l'osservazione di una sedicenne conosciuta 23 quasi anni addietro, e il fatto che le rughe d'espressione sulla mia fronte -23 anni dopo- sono più marcate sul lato sinistro. L'aspetto interrogativo-enigmatico del mio sguardo di questa (anzi, ieri) mattina è che me lo sono lanciato allo specchio usando entrambe le sopracciglia! Stupefatto, sono rimasto a guardare la mia fronte muoversi su e giù in modo simmetrico, contrariamente ala sua tendenza "sinistra". E' un cambiamento del tutto inatteso, che ovviamente è conseguenza del suddetto episodio neurologico.

Così questa sera ho sollevato entrambe le sopracciglia, dopo la visione di


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che è un gran bel film, a prima vista. Al contrario del suo precedente Funny Games U.S. (2007), che al primo momento mi aveva indisposto per la sua violenza garbata, censurata e selvaggiamente urbana, ma in fin dei conti era abbastanza originale (non sapendolo remake di sé stesso) da soddisfare chi considera questa come la qualità più preziosa in un film;


Grande casting: mai si erano viste tante facce ottocentesche in un interno solo

il che non è sempre vero, e la seguente visione di Le temps du loup (del 2003) ne fu la prova, con la sua noiosa vaghezza e l'aneddotto del cavallo a funestarlo gravemente (V.)

Quest'ulteriore studio di Haneke sulla violenza, garbata, censurata e bucolica, qui al 99% mascherata da perbenismo altoborghese ottocentesco o genuina bifolcheria, indistintamente, è incentrato sulla figura delle creature più violente, immorali e minacciose mai concepite da mente umana, e purtroppo non solo dalla mente: i bambini.

Ma non si tratta di un horror psicologico in costume à la Mulligan -The Other- o un "thriller escatologico" in costume -The Others-; non è per niente "altro", e soprattutto non è horror. Il film ci pone di fronte agli eterni orrori umani (incesto, pedofilia, vendetta, gelosia, schizofrenia infantile, donne, guerra, etc.) nell'atmosfera sana, severa, bigotta ma di una genuinità ormai incomprensibile nel caos del XXI secolo, e immediatamente ne fa un oggetto di analisi sociologica, un caso umano (dell'essere umano) che soltanto in una sequenza snuff à-la Vogel potrebbe esprimersi con tutta la sua moderna repellenza, per increspare appena la superficie di questo incantevole quadretto che permane remoto e teutonicamente impassibile fino alla fine, quando l'impressione iniziale della sua bellezza ruspante è una certezza epocale che ha ormai sottomesso le trame da telenovela macabra al potere evocativo delle immagini, del bianconero, e delle immagini in bianconero soprattutto.

E' quel tipo di film che in un post vedrei corredato da un migliaio di fotogrammi, ma di cui non ho molto da scrivere.
Risultato: fotografo 1, regista 0, ma valeva la pena di seguire tutta la partita minuto per minuto.

E poi, devo ammetterlo, Eva è quel tipo di donzella che inviterei volentieri per una scampagnata in calesse.... Come se il suo nome non la dicesse abbastanza lunga.

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