03/10/10

Mah, che dire

Prima di essere Gesù Cristo in persona nella famosa mini-serie, Robert Powell indossò i panni di un altro ebreo; non altrettanto famoso, ma abbastanza da attirare l'interesse del più visionario cine-biografo musicale di tutti i tempi:

Mahler di K. Russell (1974)

è senz'altro più fedele ai fatti riguardanti la vita dell'omonimo Gustavo di quanto non lo fosse Lisztomania rispetto all'esistenza di Liszt, ma non tanto da precluderci il piacere di qualche tipica visione d'autore in cui fantasie, sogni, deliri febbrili e memorie vengono sapientemente mescolate -- e non shakerate-- in 110' di ebrezza filmica intrisa di presagi di morte e vigorose allusioni sessuali


compreso un flash-back che rimanda al viscontiano Morte a Venezia (1973), dal romanzo di Mann ispirato allo stesso;


L'apogeo di questa sinfonia cinematica si ha nel sub-film


in cui il Ns. si converte alla religione dei Gentili pur di diventare direttore della K. u K. Hofoper, in un intermezzo intensamente nazi-wagneriano che anticipa i temi di Lisztomania

e finisce con il neo-cristiano che addenta un muso di porco con gran soddisfazione


La cremazione in stile SS, che termina con Mahler in cenere, ma ancora attento:

E infine quello che è forse il cameo più corto della storia, con Oliver Reed capostazione:


che si limita a suonare il fischietto.
A questo punto dobbiamo riconoscere in Russell l'importanza della sua scelta fondamentale riguardo la protagonista principale del suo cinema, la musica; che sia il rock di Tommy o la musica sinfonica dei vari compositori "riletti" in chiave allucinogena, tra cenni storici, architetture lisergiche, balletti osceni e pleonasmi assolutamente kitsch, il suo flusso è poderoso e inarrestabile, e il suo valore ancora misterioso -al di là della mera coscienza-ci trasporta oltre i limiti dell' ordinarietà (della coscienza stessa) nell'unico modo possibile senza uso di sostanze psicotrope, anche quando le melodie in questione sono quelle tutt'altro che trascinanti di un Mahler... Mi chiedo anche il perché di tanta simpatia dell'Autore per i Giudei, ma tutto sommato preferisco non saperlo.

Giudizio: musicale.

Intanto scopro che il controverso film dello stesso autore, che vidi a suo tempo titolato Whore (con il sottotitolo Puttana - in Italia nel 1992) è stato ribattezzato If you're afraid to say it... Just see it. Malgrado ciò, lo trovo nel torrent in una sola copia, con il vecchio titolo. Non è il film migliore da vedere in compagnia di una donna, e si può anche capire perché non abbia mai potuto vederlo per intero, ma dopo tanti anni non mi dispiacerebbe vedere il secondo tempo.

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