09/05/11

Born to be Wild...er

Steppenwolf di F. Haines (1974)
Non ricordo questo dettaglio nel romanzo di Hesse


 che sicuramente avrebbe apprezzata l'animazione iconoclastica, in quanto giudeo, ma forse pure conosceva il significato dello Swastika; per quanto ricordo, di un libro "forte" e "significativo" nella mia carriera di lettore cartaceo, letto in un fiato in un istante particolarmente peculiare della stessa, qui manca il senso precipuo dello steppenwolf, della sua realtà inesorabile e archetipica, del Solitario; è una qualità che il lettore esperisce direttamente, fintanto che riesce a immedesimarsi nel personaggio di Harry Heller e, come la maggioranza dei lettori, per quanto possibile, lo fa in silenzio




L'idea stessa della musica, la scoperta di una vita interiore (vibrazioni melodiche) che è tanto importante nella metamorfosi di Heller quanto è paradossale in un libro, qui è prepotentemente reale, attraverso le sperimentazioni insidiose di un tale George Gruntz che passano da un jazz vagamente ballabile e vagamente Tuxedo Moon a deragliamenti di Moog impensabili in ogni altro contesto. Ma anche in questo.

Del romanzo di Hesse ricordavo l'hascish


ma non l'overdose di LSD, che prende il sopravvento nell'ultima mezz'ora del film


e ci trasporta in un mondo fatato, posterizzato, con tutta una serie di sub-routines filmiche titolate


(come le genialissime subroutines romanzesche del libro)
in un tranquillo caleidoscopio lisergico con abbondanza di blue screen







e persino l'effetto "trova bordi"


sicuramente futuristico nel '74.


è pur vero che la rivoluzione personale di HH deriva dall'incontro con i vari personaggi del "Magic Theatre", ma qui non c'è proprio il tempo per calarsi nei panni dell'aspirante suicida


come invece capita leggendo, prima dell'apocalisse notturna, e la persona di Max Von Sydow, con il suo finto-Inglese affettato e il suo aplomb Nordico, non mi coinvolge particolarmente


Cosa sia questo flash blu

non lo sapremo mai.

Steppenwolf insomma è un' opera *interessante* ma non è possibile conservare l'originale spirito rivoluzionario di un libro del 1927 in un film che potrebbe essere una pubblicità dei magic mushroom del '74

ma in effetti sembra un video di David Bowie anni '80

E in particolare, la mia grande delusione è la riduzione ai minimi termini della guerra contro le auto -il mio episodio letterario preferito dopo il finale de I Viaggi di Gulliver- in favore di una valanga di colori e suoni in crescendo, che portarono infine alla nascita di MTV.

Giudizio: trippy.

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