16/05/11

I Troppo Tenenti

Avevo intenzione di guardarmi 


ma non avevo mai visto il finale di 

Bad Lieutenant di A. Ferrara (1992)


pertanto questi sono i due titoli di oggi. Quest'ultimo, ovvero il primo in ordine cronologico, e qualitativo, è ambientato in una città-museo degli orrori che ricordo abitata da zombies e fantasmi, N.Y.C.; l'altro scenario è invece quello di una città-giardino dove il soprannome di "easy" non mi ha data l'impressione di avere un' origine puttanesca come quella che gli è universalmente riconosciuta, ma derivata dalla rilassatezza non dei costumi quanto del ritmo di vita e delle abitudini sicuramente molto meno artificiali dei cittadini, ispirati dalla viridità dell'habitat che è palese anche in questo film. The Big Eezy è ovviamente New Orleans:





E, guarda caso, queste sono le uniche due città degli U.S.A che il blogger abbia mai visitate.
Riguardo i films, invece, in Bad Lieutenant vediamo un attore noto, ma lungi dall'essere una star, e tantomeno un bello del cinema, che fa il tenente di polizia corrotto oltre il verosimile, giocatore incallito e indebitato fino agli occhi

puttaniere e beone 
che sniffa coca
fuma eroina 
crack
e si fa fare le pere dalle sue amichette
(questa è la co-sceneggiatrice)
ma è un uomo disperato che viene messo a nudo
un uomo in ginocchio
prostrato sotto i propri sensi di colpa

e l'intensità della interpretazione di Keitel -che è straordinariamente verosimile nel suo perenne sballo- è tale che alla fine questo mucchio di immondizia umana che è l'uomo del titolo non può non suscitare nell'utente visivo quel minimo di pathos necessario a chiedersi cosa sta realmente guardando, se questo episodio finale nella storia della particolare, individuale feccia cittadina non sia di fatto una allegoria sul potere, e sulla infinita corruzione che esso puntualmente comporta... etc., etc.
Senza parlare della dose abbondante di immaginario religioso che viene messo in scena, a partire dallo stupro della suora -e il particolare corpo del reato che è il calice- alla visione mistica (qui sopra) compresa la ("reale") comunione della figlia mentre papà parla di scommesse... 
Harvey Keitel, che era bravissimo a fare il tabaccaio in Smoke e Blue in the face, qui è un grande poliziotto corrotto oltre il verosimile, giocatore incallito e indebitato fino agli occhi, puttaniere e beone che sniffa coca, fuma eroina, crack e si fa fare le pere dalle sue amichette; e la sua inesprimibile disperazione nel finale è qualcosa di indimenticabile, da pelle d'oca.


Nel film di Herzog c'è Nicolas Cage, che è forse una "star", e fors'anche un "bello del cinema", e a differenza di Keitel nel film di Ferrara non compare nei titoli come The Lieutenant, ma come Terence McDonagh


ma anch'egli è -guarda caso- un poliziotto corrotto 

 che sniffa coca
 fuma il crack
(anche con i negri)
e persino la marijuana (!)

ma dopo Las Vegas ha lasciato perdere la bottiglia.
Forse l'intento del documentaristico Herzog era quello di ambientare un poliziesco su uno scenario post-apocalittico come New Orleans dopo il passaggio di Kathrina



ma di fatto "The Big Easy" sembra averla presa benone, e alla fine tanta acqua sembra aver solo fatto un gran bene alle piante. Oltre al ten. Cage qui troviamo 

Val Kilmer (nella parte del poliziotto ciccione)
Brad Dourif (l'allibratore Mentat)
Xzibit (lo spacciatore negro)
e Barbra Streisand nella parte della figlia del rabbino.

Se il film di Ferrara sconcerta per la forza-della-disperazione che infine si può sublimare soltanto nelle urla strozzate del Tenente di Keitel poco prima di morire (warning:spoiler) quello di Herzog, sconclusionato come sempre, lascia interdetti per la sua ambiguità assoluta, tanto a livello produttivo che filmico.
Sembra che Ferrara non abbia gradito per niente questa sorta di non-sequel, mentre Herzog afferma di non aver mai visto l'originale, e sempre qui leggiamo che quel "Bad Lieutenant" potrebbe essere stato aggiunto al titolo della sua produzione solo per motivi di marketing... Il che renderebbe ancora più ambigue -se possibile- le affinità lampanti con il film di Ferrara. Comunque sia, per il blogger parlano le faccine; il mio giudizio per il Cattivo Tenente è: cattivo. Per il non-sequel di Herzog, ripeto: ambiguo.

Questa facciata di New Orleans invece non lascia dubbi:

sono proprio gli stessi simboli del Lincoln Memorial!

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