Un'altra produzione '50s deturpata da un paradossale "brutto mostro" è il film di questo pomeriggio
Night of the demon di J. Torneur (1957)
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dove il cattivo di turno, dedito alla stregoneria e all'evocazione da titolo, rivela anche una sinistra predilezione per i party magici per bambini che lo accomuna a John Wayne Gacey:
Il soggetto del titolo dovrebbe essere la rappresentazione cinematografica delle stampe medievali
come quelle -decisamente più "vive"- di Hellboy; ma all'opposto di quelle, la cui vivacità sconfinava fin troppo volentieri nella bestialità (motoria=) questo è una sorta di enorme carro mascherato da demone, che a fatica apre le ganasce e la cui deambulazione, seppur avvolta dalle tenebre, risulta pachidermicamente goffa.
O, come direbbero più che giustamente gli americani in questo caso, lame.
Devo ammettere che dopo l'instant classic di ieri sera, uno dei pochi film "di paura" effettivamente "pauroso" che ricordi di aver visto, questo pezzo da museo è un pregevole diversivo vintage, e soprattutto è in bianco e nero
ma in quanto ad emozioni, in generale, lascia a desiderare.
Qui l'eroe-per-caso si trova ad attraversare un boschetto,
dove gli appare una forma incorporea
che lo atterrisce. E' soltanto una sequenza, un intermezzo tra i vari scenari urbani; ma è un'ennesima occasione per osservare la persistenza del binomio bosco-terrore che si può far risalire al timor panico dell'età classica, o financo all'episodio di Humbaba e Gilgamesh (l'idea del "guardiano" mostruoso della foresta) per ritornare all'inevitabile biblia e al più famoso, archetipico giardino perduto... Nella stragrande maggioranza dei casi l'erede principe della letteratura, il cinema, con il genere horror/fantastico in part., ha rappresentata la natura nella sua più fitta e imponente manifestazione di bosco-foresta-montagna come un pericolo incombente e costante, un ambiente pericoloso e temibile, qualcosa da cui stare ben lontani... Se non si tratta di forze occulte e spiriti maligni, di mostri mutanti, animali giganti, creature aliene, licantropi o troll, c'è sempre una buona possibilità di incontrare uno dei pazzi scatenati e armati d'ascia che -ovviamente- si sono ridotti a vivere in un ambiente così volgare... Sembrerebbe quasi che questa miriade di prodotti per l'intrattenimento di massa siano basati tutti su una millenaria, costante campagna di propaganda anti-naturale, o pro-cittadina, che infine è la stessa roba. Ovviamente, i bambini sono i più suscettibili a questo tipo di suggestione: tutti noi sappiamo che gli alberi morti di notte rivivono in forme grottesche, come abbiamo visto in Biancaneve.
In questa sequenza-tipo da mystery story, vediamo come le stelle misteriosamente "scintillino" all'unisono,
spegnendosi tutte contemporaneamente
per simulare in maniera alquanto approssimativa il loro luccicare
o per qualche intento artistico meno sublunare? O subliminale?
Immancabile la presenza di alcool e/o tabacco sul set
e in questa scena un piccolo goofer, con le retroproiezioni alla rovescia:
In Night of the demon due bambine giocano a snakes and ladders
un antico gioco Indiano adottato dagli anglofoni e sconosciuto da noi, che ripropone in chiave ludica il percorso dell'uomo: l'arrampicata verso il cielo, e la scivolata verso terra... again, and again.
Infine, anche qui la cosa migliore in assoluto è la dizione degli attori, quindi il mio giudizio lo conoscete già: Inglese. Ma l'Inglese migliore parlato sul set (degli storici Elstree Studios) è quello dell'attore Richard Leech, (as Inspector Mottrarn) nato a Dublino nel 1922!!
Mystery! Suspense! Guinness!
Mystery! Suspense! Guinness!
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