21/05/11

Double Feature, no popcorn

La qualità precipua del primo titolo di oggi è chiaramente descritta sulla confezione del prodotto, a scanso di equivoci:


il motivo di tanto accanimento da parte della scomparsa Catholic League of Decency può apparire ridicolo nel XXI Sec., ma certamente anche solo l'idea di un rapporto lesbo-pedofilo in un film che non era etichettato come semplice porno doveva essere spaventosa all'epoca dell'uscita nelle sale.

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Prima di diventare una reginetta del B-movie, e collezionare una sfilza di parti memorabili come "White prostitute", "Laughing lady", "Cinderella" e "Naked hippie girl on motorcycle", e quattro anni prima del "cult" di Jonathan Demme Caged Heat (il primo "women in prison" satirico/femministico, con la colonna sonora di John Cale!) la californiana Cheryl "Rainbeaux" Smith appena maggiorenne poteva permettersi di interpretare la tredicenne Lila, figlia di un gangster omicida divenuta famosa in parrocchia per la sua voce soave, che viene irretita dalla misteriosa donna del titolo, abitante di un villaggio dal nome apparentemente innocuo di Asteroth.
La bellezza finto-adolescente di "Rainbeaux"


e il suo sguardo triste, irresistibilmente morfinico


che ci ricorda le sue preferenze in materia di pharmakoi, ne fanno un personaggio adorabile, per quanto nel ruolo di jailbait qui sia assolutamente credibile, e la sua presenza nella pur castigatissima sequenza del bagno


ci dona qualche istante di raffinato (e inatteso) erotismo.
La sua controparte e donna del titolo (derivata forse dalla + famosa Lenora di Poe?) è 

Frau Blücher da giovane (Lesley Taplin)

che soltanto nel finale rivela il motivo del titolo Americano "Lady Dracula":


ma forse qualcuno l'aveva già sospettato?



In quanto horror Lemora non è particolarmente riuscito, mentre tutti i suoi intenti apologico-allegorici, già non troppo velati, sono malamente riassunti da una voce off (che sembra quella del parroco/regista) durante la catastrofe finale... Per rovinare definitivamente il possibile messaggio di un'opera è sufficiente sbandierarlo ai quattro venti, ed è quello che si fa qui a un solo passo dal traguardo.


A proposito del reverendo, mentore della talentuosa biondina dall'ugola d'oro interpretato dal regista 

(Richard Blackburn)

che si trova a combattere brevemente la tentazione, è inevitabile ripensare alle sagge parole di Padre Andrej in Love and Death:



alla fine è il prete l'unico a limonare con la neo-vampira, e sappiamo che il suo stupore -così come il suo dolore- saranno cose più che mai effimere, in vista di una eternità di peccati e lussuria...

Sembra inevitabile, come prima nel caso di Young Frankenstein, citare l'opera di qualche eletto quando si tratta di pescare dalla cosiddetta cultura Americana... Specialmente quando si tratta di satira di costume, e in part. quello religioso... Sarà pur triste, ma non quanto lo è l'attualità delle cronache che riguardano questo settore dell'intrattenimento di massa.

Con un cameo di Ricky Gianco


Giudizio: così-così.
L'altro titolo di questa sera è

Earth vs. the Flying Saucers di F. Sears (1956)
che è più o meno la stessa trama di Indipendence Day (1996) con lo scienziato geniale che inventa l'arma 

(un cannone sonico)

per sconfiggere definitivamente e senza indugio gli invasori alieni; almeno in questo caso gli autori si prendono la briga di mostrare gli effetti collaterali di tale controffensiva:



mentre gli esiti assai più kolossali del virus di Jeff Goldblum (tanto per restare in tema di eletti) sulle mega-astronavi nel film di Emmerich sono forse il più grande goofer nella lista di Super Goofy... scampato grazie ai titoli di coda.

Il film di Sears non dice niente che non si conoscesse già allora in materia di UFO: ma profetizza (o fa trapelare, come capita a volte)  la capacità dei misteriosi oggetti di disattivare i missili (qui pronunciato missìli) dei terricoli, come poi successe più volte (es.) e ci presenta alcuni tra gli extra-terrestri più goffi mai visti sugli schermi:




ma sono solo scafandri spaziali, i loro occupanti si intravedono in una sola sequenza:

da morti, ovviamente.

La "pace" mondiale e interplanetaria verrà presto ristabilita grazie alla trovata del geniale Americano, e potremo tornare a goderci le piccole grandi gioie della vita quotidiana:

il barbecue di carne 
la macchina 
e una bella sigaretta.

Stranamente qui non c'è il solito drink distensivo, ma è uno dei pochi punti a favore del film.
Memorabili i dischi animati con la stop motion da Ray Harryhausen:



 Giudizio: made in the U.S.A. (the only place where flying saucers actually land)

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