26/04/10

Parola di un Signore

Mentre pranzo, un ombra attraversa l'angolo dell'occhio. Nello spiraglio della porta sul terrazzo vedo una figurina muoversi; è un uccellino grigio, che mi sta osservando con attenzione. Solo quando si allontana di un poco in volo mi accorgo che si tratta di un codirosso.

E' domenica pomeriggio; tiepido, tardo, quando esco sulla via vagamente affollata dal mercatino.
Qualche passo dopo, una figurina emerge dal quadro. Una bimbetta, bionda. Avrà 4 o 5 anni.
Fa qualche passo nella mia direzione, lasciandosi dietro i genitori. Sembra come estasiata dalla mia vista, mi sorride con gli occhioni azzurri spalancati; sembra che mi voglia dire qualcosa che non sa, e lo dice con il suo sguardo immacolato. Dice Tutto Quello Che Non Si Può Dire.
O scrivere.
Niente a che fare colle parole.
Ha un fiorellino di plastica in una mano.

E' sempre successo; succede da sempre; ma era da anni che non succedeva.
Qualcosa di inesplicabile, e indescrivibile, che dura un istante; pochi passi lungo la mia strada.
La bimba resta immobile, con il suo sorriso amorevole stampato sul faccino, mi guarda passare mentre le rispondo con un risolino quasi imbarazzato.
Oh, dear, oh dear. I shall be late!
La mamma la prende per mano, la preoccupazione dipinta sul volto; il mio abito quasi-talare (giacca e maglia grigie e pantaloni neri) di questi tempi non è rassicurante per un genitore.

E' un pomeriggio ozioso e vizioso, con L., P. e un giovanotto mai veduto prima.
La diacetilmorfina mi restituisce attimi preziosi e morbidi, di sublime sollievo, condita con questo fumo raro e un bicchiere di vino del contadino.
Quando rientro, il cortile e le scale sono invase da marmocchi scatenati, ospiti del figlio del vicino.
Ridono, giocano e corrono in ogni dove, mentre io passo oltre; tra le voci una parola mi colpisce: "sexy!". SEXY?!?
"Ciao, sexy!" -mi sento dire ancora, mentre salgo le scale. Guardo in basso; è un bambinetto ridanciano, anch'egli biondo, scarmigliato. Ovviamente, sta scherzando. Non ha la minima idea di quello che sta dicendo, e ha solo dei sospetti che riescono a divertirlo pazzamente.
Ma perché non dirmi "cippirimerlo", invece di "sexy"?

Perché sta scherzando, appunto; è un'altra personificazione del Gioco, che gioco ancora e soltanto fuori campo, in questa infinita teoria di teorie verbali, di probabilità congelate, di memorie future, di un passato inimmaginabile che è sempre e soltanto qui, e ora. Non ho una particolare simpatia nemmeno per i cuccioli umanoidi; ma evidentemente la mia indifferenza non è corrisposta. Succede che essi mi salutino, che mi sorridano; che chiedano chi sono alla mamma, e addirittura a me stesso! Succede da sempre, che io ricordi. E' successo oggi.

E' il sintomo più evidente, per me, del misterioso motivo della mia minoranza; che non è una minoranza etnica, ma personale. Individuale. Egotica. Che sono il bambino più vecchio del mondo; ma soltanto i bambini se ne accorgono e, ho notato, solo fino a una certa età. Poi anch' io entro nell'insieme del Falso che viene loro inoculato con ogni mezzo; e allora probabilmente divento un'ennesima persona ambigua, un qualsiasi "grande".
O, se preferite, un Signore.

Il fatto è che tutto il Falso inoculato anche nel Vs. piccolo Blogger (che di conseguenza è in grado di esprimersi per mezzo della parola scritta) non può nascondermi il mistero che sono costretto a esperire dall'interno; il mistero che sono. Che condivido solo con chi sa ancora vedere. Talvolta il corso degli eventi sembra sul punto di rivelare la sua fonte magica, attraverso piccoli indizi come quelli di oggi; non succede nulla di particolare, oltre la momentanea consapevolezza del Gioco per come lo stiamo giocando dall'inizio. Come quando sapevamo benissimo che non c'è altro modo di intenderla, che non porti alla rovina totale. E' la consapevolezza dell'Illusione Universa, del Paradosso Cosmico, del Gioco Superno, che qualcuno, chissà come o perché, deve assoggettare a quella del "dio".

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