Cosa ci si può aspettare da un titolo come
Haute Tension di A. Aja (2003)
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? Il titolo è promettente, e la promessa è mantenuta almeno per la prima metà del film; o meglio, per metà del jeu-de-massacre, che non per niente è un'espressione idiomatica francese. Poi, come tutti i giochi che durano più di un'ora, smette di piacere davvero; ma è troppo tardi.
Il titolo alternativo alla trad. lett. "High Tension", Switchblade romance, rivela il suo doppio senso solo con la catastrofe finale.
Il protagonista di Haute Tension è un Archetipo vivente, le Tueur;
The Killer Man
impersonato egregiamente dal porculento figuro di Philippe Nahon, che abbiamo già avuto il dispiacere di conoscere lo scorso gennaio. Come per la sua parte in Seul contre tous, non saprei immaginarmi un mestiere a lui più attagliato del macellaio o, appunto, Uccisore.
Qui, seguendo la Nouvelle Vague de l'Horreur, abbiamo ancora due donne, come in À l'interieur e in Martyrs; prodromo di catastrofi di proporzioni bibliche e duplici, puntualmente realizzate con la collaborazione dello specialista Italiano in make-up FX Giannetto De Rossi, e del collega Cretan. E' grazie a costoro che l'utenza può apprezzare la veritiera ricostruzione di un incidente domestico quantomeno fastidioso:
il classico credenzone spostato con irruenza proprio mentre papà ha la testa incastrata fra le sbarre del corrimano. Poi toccherebbe pulire alla mamma;
ma qualcuno dovrebbe (ri)darle una mano...
Non è comunque il gore, benché decente, il punto forte di Haute Tension; guarda caso, è proprio la tensione provocata dalla massiccia presenza Archetipica, frutto di una devastante invidia del pene, del Macellaio; che non ha altra funzione che di uccidere, con tutta la brutalità che ci si può aspettare da un serio professionista appassionato nel suo lavoro. La sua scelta dell'abbigliamento rivela a prima vista che non si tratta di un dottore sadico, o di un serial-killer raffinato dalle strane quanto affascinanti deviazioni psicopatologiche; o di un ninja:
Sulla sua tuta si legge "Aja & Freres - Ingrassaggi e Spurghi".
E' dichiaratamente un Uomo del Cinema.
E' dichiaratamente un Uomo del Cinema.
E' un grosso, grasso, lurido, laido Francese ubriaco e armato; qualcosa di veramente pauroso, al soldo del sig. Aja
Come si evince appunto dal tit. alt. ing., Switchblade Romance è una storia d'amore a serramanico, che non offre grandi sorprese ma si accontenta di mantenere il più a lungo possibile la promessa del titolo, fino a trascendere nel parossismo ludico e ovviamente raimiano:
della sua più intima infima natura, e la inevitabile origine del Male che un onesto, grosso, grasso, lurido, laido Francese ubriaco e armato e assetato di sangue al soldo di chiunque, non si può nemmeno immaginare.
(Warning: spoiler)
Abbastanza disonesto, per tutta una serie di "omaggi generalizzati" all'horror anni '70/80, ma anche perché in un film Francese ci si aspetterebbe un bacio più "patriottico".
E tutto sommato non c'è niente di abbastanza giocoso nel film da giustificare la assoluta banalità del titolo.
Giudizio: film di tipo Milano (in alternativa al tipo Ungherese)
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