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Topaz è un film anacronistico; è come vedere un film di Hitchcock del '49 o del '59
con tanto di McGuffin
(qui la gag consiste della porta chiusa, che non ci permette di sentire il dialogo)
ma niente omicidi; e all'improvviso saltano fuori un claudicante Philip Noiret
e Michel Piccoli; qualche spezzone di telegiornale finisce montato insieme ad una storia di missili, agenti segreti e barbudos, compresi i più famosi
e il Che in persona; pressoché sprovvisto di suspense, con un intrigo internazionale piuttosto convenzionale e non proprio avvincente, Topaz è un Hitchcock avaro, tiepido, con una sola trovata visiva memorabile nell'omicidio della bellezza esotica Juanita de Cordoba (Karin Dor), le cui vesti riprese dall'alto sembrano sbocciare quando cade morta
e alla fine del film:
Topaz è forse l'unico Hitchcock che non sembra avere nulla di straordinario; ma trattandosi di un Hitchcock, questo è straordinario. Tutto bene, dunque, a parte il fatto che sembra davvero un film ordinario; considerando che il successivo (Frenzy) è comunque un film straordinario, non possiamo attribuire questa impressione ad una effettiva opacità hitchcockiana, magari dovuta alla senilità. Evidentemente, era sua intenzione fare un film che sembrasse ordinario a tutti gli effetti, mentre tutto il resto del mondo -nel 1968/69- cercava di essere straordinario.
Geniale come sempre.
Geniale come sempre.
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