08/09/10

El Barto Y Los Duendes

Seguendo gli indizi suggeriti da T. oggi contemplo l'ipotesi che "in realtà" quelli che oggi vediamo come extraterrestri siano sempre esistiti sul pianeta "Terra", assieme ai terricoli comunemente noti (per quanto non-identificati nella loro stessa origine); dopo un lungo periodo di convivenza con gli "dei" che avrebbero originato il mondo-di-parole, "angeli" e "demoni" e che al di fuori della logosfera cristiana sarebbero indistinguibili tra loro oltre la momentanea impressione dell' osservatore, dall'abisso oscuro del medioevo -un periodo storico in cui l'Autorità sembra avere avuta una effimera coscienza del potere "magico" della parola, esercitando il suo potere temporale attraverso il veto, e il monopolio della stessa- occhieggiano tutte quelle forme di vita che oggi troviamo elencate alla voce "folklore", ovvero, leggende popolari... superstizioni, se vogliamo, tenendo a mente che la vox populi ha avuti momenti migliori in passato -prima della TV- e che la etimologia stessa di ciò che è superstizione (super-statio) conserva il suo significato originario nella nostra incapacità di una visione olografica che vada oltre il triste"paradigma olografico"...

Su Wikipedia troviamo una descrizione dei lar familiaris, venerati dagli antichi Romani come "piccoli dei"; e la qualità che riguarda le loro dimensioni ridotte, per quanto variabili, si mantiene costante nei loro successori descritti dal folklore Europeo, in part. nelle terre anglofone di Scozia, Irlanda e Inghilterra dove troviamo Brownies, Hobs, Goblins e Hobgoblins, Wirry Cowe, Leprechaun e Clurichaun.. etc. Questa schiatta di creature elementali è comunemente assimilata, associata o confusa con quella delle "fate" (Fairies, voce con 83 pagine su Wiki) con il nome di Pixies o anche Sprites, dove è evidente l'assonanza con gli spiriti che delinea un altro confine impossibile da marcare con certezza. Un simile raggruppamento è quello dei Vættir Nordici, che comprende tutti gli "spiriti naturali" dai nani ai giganti, agli dei.
I Finnici conoscono l'Haltija, sinonimo dello Svedese Tomte (o Nisse) i quali si possono considerare parenti dei più famosi Elfi (chiari o neri) che compaiono nella mitologia Nordica, e che riguarda ancora direttamente la cultura popolare attraverso i "piccoli aiutanti di Babbo Natale"... (tranne il cane di Bart Simpson -- probabilmente). Tali creature boschive sono definite Menninkäinen; Per non parlare dei "nani" (Dwarves) che tutti i bambini conoscono attraverso la fiaba di Biancaneve, e che come i Kobold (da cui il cobalto) Germanici appartengono alla categoria dei minatori più che a quella dei casalinghi (Lari, Cofgodas), più decisamente selvatici o di natura ctonica (con ogni conseguente, ulteriore confusione) che rimanda ai pygmis (pygmaioi, pigmei) descritti nell'antichità e "reinventati" da Paracelso come esseri elementali; le qualità infere di Elfi e Coboldi sono le stesse riconosciute ai più famosi Gnomi che, come quello di ogni altro loro simile, è un nome come un altro per definire una forma di vita di natura misteriosa, sfuggente, le cui manifestazioni sono abbastanza rare e prodigiose da alimentare la leggenda per secoli e millenni, almeno da Plinio e Macrobio fino a Wikipedia, e dagli antichi pygmaios ai moderni Gremlins, pur senza aumentare di un palmo la loro statura apparente --anzi, i lari erano rappresentati come bambini, rispetto ai più minuscoli gnomi delle leggende rinascimentali e moderne...

Persino la Svizzera, nel suo piccolo, ha un suo piccolo aiutante domestico (o famiglio) chiamato Jack o'the bowl -benché per il blogger sia lecito dubitare della esatta dizione- e sempre limitandoci alle espressioni più minute degli "spiriti naturali" troviamo il Duende presso gli Iberici, i latino-Americani e i Filippini, le Lutin (ou nain rouge) presso Francesi e Canadesi, e leggendo dei Kappa Giapponesi su Wiki scopriamo che la loro particolare simpatia per gli ambienti acquatici lo colloca nella categoria dei Neck (spiriti acquei), che a loro volta si possono assimilare alle Ondine descritte da Paracelso assieme con le Salamandre (abitanti del fuoco), ai Silfi e ai Mani (SIC) nel suo Liber de Nymphis.
Restando nei confini dell'emento terreo vediamo come, oltre alle proporzioni inferiori rispetto al sapiens, i vari rappresentanti del piccolo popolo condividono alcune caratteristiche che eludono la loro natura "non-adamica" (come la definiva Paracelso), in quanto minatori e lavoratori di metalli, custodi di grandi tesori (probabilmente proprio in relazione al valore di metalli e pietre dure) oppure aiutanti alacri e benefici e protettori delle abitazioni umane che in varie culture sono stati ricompensati o anche ammansiti con doni -ricorre quello del latte, ancora molto vivo presso gli Americani che lo offrono a "Santa Claus" e ai suoi, assieme ai biscotti- cosa che ci ricorda il "lato oscuro" di tali entità, che nella maggioranza dei casi hanno una predilezione maniacale per gli scherzi peggiori, di cattivo gusto, tremenda ironia, ingegno e cavillosità diabolica, talvolta dagli esiti fatali per la vittima umana. Il fattore ludico che si rivela spesso pericoloso o mortale nei vari racconti è il corrispettivo della malia soprannaturale delle sirene o delle stesse "fate", un quid soprannaturale (propriamente magico) che viene sottovalutato dai protagonisti leggendari e che infine ci rimanda alla più recente conclusione riguardo il più subdolo inganno del "diavolo", capace di negare la propria esistenza agli uomini per agire indisturbato tra loro; senza alcun intento di retorica dogmatica, potremmo dire la stessa cosa riguardo gli "alieni" e l'esopolitica globale. L'idea che in un possibile momento storico, sigillato dal Silenzio Stampa imposto dalla chiesa di Roma per quasi mille anni, alcune forme di vita "inferiore" (apparentemente, cioè, di statura) abbiano avuti rapporti di varia natura con i terricoli di superficie, e che questo abbia scaturita una marea di leggende che soltanto oggi sono considerate tali, ci deve far pensare al "moderno folklore" e le migliaia di avvistamenti di "ufo" e dei loro piloti; cosa ci azzeccano i rapimenti -e le sostituzioni- dei neonati nelle fiabe con i moderni "casi di abduction", quali tesori ci tengono nascosti i moderni "folletti" (la free energy, ad es.) e soprattutto perché tutti loro, dai lari fino ai grigi, indistintamente, sono descritti come dei tappetti? Possiamo considerare anche queste come semplici coincidenze, o possiamo accettare l'ipotesi di una continuità nel flusso di parole che costituiscono anche questa semi-realtà "leggendaria" attraverso l'illusione dei tempi? Io, sulle orme del grande Fort, so di non poter fare altro, una volta espressa la mia condizione di ricercatore: accettare, in attesa di qualcosa d'Altro.

Intanto vediamo con piacere che l'avanzata della "scienza" Occidentale nel regno dell'ignoto custodito dalla Tradizione prosegue con la fisica quantistica oltre l'illusione tridimensionale, arrivando al dubbio fondamentale (quanto ovvio) che riguarda la realtà della "quarta" dimensione, o "tempo"; lo stesso teorico del Biocentrismo arriva finalmente a intaccare lo scenario virtuale delle dimensioni fisiche, il momento in cui esse hanno luogo, e si accorge che è molto più relativo del tempo einsteniano; la sua domanda, "Il passato esiste?", è seguita da una tagline che ci appare ormai trita grazie all'infinità di prodotti mediatici sul tema, del genere "Niente è scritto". Ed è così, in effetti, malgrado sia ovvio e noioso, e soprattutto malgrado il fatto che tutto ciò che conosciamo di questa vita -a parte le cose necessarie- ci perviene in forma scritta. Compreso io.

Ieri mi sono vista la 21ma stagione completa di The Simpsons, in ver.or.; sempre divertenti e molto migliorati nella grafica e nell'animazione, sono la più moderna e raffinata espressione dell'arte Mosaica, e del tipico humour cosmico ashkenazista; che tocca persino gli "ebrei":

quelli di Israele, però. Lo sappiamo, non ci può essere prodotto d'intrattenimento Americano migliore di quello orgogliosamente e dichiaratamente ebraico.
Giudizio: (inevitabilmente) CHUTZPAH

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