22/09/10

Il Maestro

Hitchcock è destinato a rimanere il Maestro della cinematografia mondiale ancora per un tempo indeterminato; ne sono convinto da sempre, e lo sono ancora di più dopo la mia prima visione di

Foreign Correspondent di A. Hitchcock (1940)

che inizia con una carrellata volante attraverso gli altissimi palazzi del suo microcosmo filmico -evidentemente riprodotti in scala- per entrare di soppiatto da una finestra come poi rivedremo in Psycho in una sequenza "reale"...
Per me può bastare; è qualcosa di unico, l'aggettivo più unico che raro da assegnare ad un'opera filmica che tutto sommato si può anche adeguare alle esigenze del grande pubblico... Perché mai nessun altro ha seguita la strada del Maestro, che non è quella della suspense e del delitto, ma di una riproduzione il più teatrale possibile della realtà filmica, il set perfetto su cui coreografare le azioni di quel "bestiame" capace di rendere "reale" anche il paese di Oz? Il fatto che i suoi film trattino sempre di omicidi ha sempre giocato a favore di questo meraviglioso paradosso, laddove la più brutale e cruda realtà umana si gioca (to play) su uno scenario che è sempre ai limiti del surreale -pur senza l'aiuto di Dalì, in genere- sempre talmente pregno di puro cinema che anche la trama stessa, per quanto sempre degna di interesse, passa in secondo piano.

In Foreign correspondent troviamo la gag dell'omino che cerca di attraversare la strada proprio durante un inseguimento automobilistico, e alla fine, rassegnato, rientra in casa:

è la stessa gag ripresa, in versione carnascialesca, da Blake Edwards per l'inseguimento finale di The Pink Panther (V. spezzone)... 23 anni dopo.

E quello del mare di ombrelli sotto il quale si cela l'assassino non è la stessa "trovata" (con la variante impermeabili gialli) poi considerata "omaggio" a Htichcock nel "thriller hitchcockiano" Last Embrace di Jonathan Demme... 39 anni dopo? Temo proprio di sì.
Ma è sempre molto meglio l'originale, ovviamente.
Malgrado la validità universale e immortale di simili idee (dal gr. vedere) il motivo per cui il Maestro preferiva utilizzare trasparenti, plastici e miniature

e ricostruzioni in studio sembra quasi una questione di secondaria importanza, o il motivo per cui un altro Grande film-maker, Fellini, avesse la stessa tendenza non sembra suggerire nulla di buono ai moderni cineasti, al di là di quelle rarissime eccezioni che purtroppo non riescono a fare la differenza nel panorama della cinematografia mondiale. Ebbene, la mia impressione è che questo sia (ancora) l'unico modo possibile di fare il Vero Cinema, il sublime paradosso, realizzando le idee in modo tale che la loro realtà cinematografica mantenga le loro qualità "oniriche" o fantastiche, attraverso la esposizione dell'artificio con il quale si rendono percepibili al pubblico, la produzione stessa; così la scenografia, così gli attori, e la recitazione delle scene, tutto ciò che è riprodotto nel microcosmo del set. Questa è la più grande magia di Hitchcock, e il motivo per cui, incomprensibilmente, egli resterà per sempre il più grande regista nella storia del cinema.

In Foreign correspondent assistiamo anche alla caduta da una torre (quella di Westminster)

seguita dalla comparsa di due suore:

sequenza di eventi che rivedremo in Vertigo (1958) ma fintanto che è lo stesso Hitch a copiare sé stesso va tutto bene... Ancora, a proposito di segnaletica scherzosa (ricordando i cartelloni in Saboteur), qui il nostro trasforma una innocua insegna al neon

in un messaggio eloquente

sulla situazione "bollente" nell'Europa dell'epoca; come profetizza il film stesso, tre anni dopo l'uscita del film sarà di nuovo Guerra


-e di nuovo mondiale...

L'ammaraggio di emergenza dell'aereo nel finale -in notevolissimo contrasto con il tutto scenico- è incredibilmente realistico:

non solo per Hitchcock ma per l'epoca stessa, in cui certe cose si preferiva girarle in piscina e con i modellini, qui non si è badato a spese per ottenere qualcosa di assolutamente verista.

Il protagonista del film dovrebbe essere

tale Joel McCrea, che IMDB definisce "star del western" e che infatti non conoscevo proprio; ma il protagonista assoluto è sempre il Cinema, e questo è il giudizio che purtroppo posso dare sempre più raramente ad un film.
Giudizio: Cinema (con la C maiuscola)

P.S.:

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