14/09/10

La lunga notte della medusa in insalata


Per qualche motivo, l'accidentale visione di questo

Don't tell her it's me di M. Mowbray (1990)

aveva lasciato un ricordo profondo. Non per il film in sé, che è una sciatta rom-com da donne scritta da una donna, piuttosto sgangherata nell'insieme e con un pessimo montaggio; la rivedo ancora in versione doppiata, immaginando che l'originale non sia all'altezza, ma chiedendomi quale può essere la versione kiwi del protagonista... Americano almeno quanto Mel Brooks.
C'è un qualcosa, nelle vicende sentimentali di Steve Guttenberg/Gus Cubicek, che da eremita convalescente, gonfio e calvo per la chemioterapia, si trasforma per amore in

Lorenzo Lamas

anzi, Lobo Marunga, stereotipo catodico del selvaggio urbano invero assai poco comune per il maschio neozelandese (va notato tra l'altro che il serial tv Renegade iniziò solo nel 1992, forse ispirato da questo altrettanto ridicolo personaggio). Ma qualcosa al di là della peculiarità mutante del protagonista, completamente inverosimile in entrambe le fasi, e oltre la disarmante freschezza della sofisticata ragazza-stecco Jami Gertz

e al di là dell'eteroforia proverbiale di Shelley Long

tralasciando anche lo strano prequel dell'agente Cooper che se la fa segretamente con Shelly Johnson...

(il film è uscito nei cinema 6 mesi prima della prima di Twin Peaks in tv)

La presenza lussureggiante di Charleston, desueto scenario filmico

è precipua nella mia preferenza, ma credo infine che sia questo insieme di anomalie, incertezze, lentezze, stranezze, brutture bell'e buone e deliqui vegetali, e l'ambigua somiglianza di Lobo con Reno Raines ad aver lasciata quell'impronta mnemonica che, una volta scoperto il trucco, scompare senza lasciare aloni. Non è un film che consiglierei a un amico ma, se capita, si lascia vedere.

La "notte della medusa" fa comunque ridere


P.S.:
giornata splendente

per il ritrattista d'alberi, si conclude con il record assoluto di pesca dal torrent:


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