22/09/10

L'inverno dei cuori solitari

Coeurs di A. Resnais (2006)

A differenza dei precedenti Smoking/No Smoking (V.), che sembrano ambientati a Slumberland, la visione di Coeurs non è propriamente surreale ma riprende il tema di L'année dernière à Marienbad sulla solitudine cosmica e sulla reale identità dei protagonisti, che si scoprono non essere quello che potevano sembrare (come la fervente cattolica che si improvvisa spogliarellista per mettere un freno alle angherie del vecchio, infermo e sempre fuori quadro) e sono in effetti riflessi, proiezioni, nemesi o complementi ideali degli altri personaggi, eludendo quindi la realtà apparente proprio attraverso la narrazione di fatti per così dire ordinari; come in L'année dernière, infine tutti si rivelano essere soltanto uomini e donne, con tutto ciò che ne consegue; e anche qui la rivelazione è lungi dall'essere ovvia o banale.
E' lo stesso genere di surrealismo, che qui permea il quadro realistico delle trame meta-romantiche dei vari "cuori" (solitari), singles cronici, accidentali o promessi, che si spostano tra le scene in dissolvenze incrociate nevose;


Coeurs è un'opera corale e teatrale dello stesso autore inglese di Intimate Exchanges (da cui Smoking/No Smoking) Alan Ayckbourn, scritta all'età di 65 anni; Resnais ne aveva 84 quando ne trasse la sceneggiatura assieme Jean Michel Ribes, classe '46... Insomma, lo scenario invernale non si direbbe una scelta puramente estetica, ma paradossalmente riesce a infondere quella tranquillità postuma o -appunto- surreale che soltanto una enorme esperienza può elevare ad opera d'arte notevole anche per chi (?) teme l'inverno -non-metaforico- come un enigmistico inferno... Un inverno sempre "esterno", chiuso oltre le finestre di ambienti dai colori caldi o anche bollenti -come il bar dell'hotel


ma sempre incombente, come un momento inevitabile da affrontare prima di qualsiasi cambiamento; come vediamo nel dialogo finale tra Lionel e Charlotte, quando inizia a nevicare -molto realisticamente- in cucina:

(unico "evento surreale" visivo)

Di nuovo, bravò a tutto il cast, compresi gli stessi factotum di Smoking/No Smoking, Sabine Azéma e Pierre Arditi, a cui tocca ancora di fare un Lionel

lo sbigottito André Dussollier


e Lambert Wilson, che ha quella piega sulla guancia che per qualche motivo solo i Galli possono sviluppare:


la Ruga Francese (cliccare per ingrandire)

Cinema d'alta scuola, impeccabile malgrado la stagione crudele; forse potrò apprezzarlo appieno solo tra altri quarant'anni, ma nel frattempo continuerò a preferirgli L'année dernière, e qualsiasi sperimentazione che possa infine condurre un autore ad una simile glaciale beatitudine, dove i vizi e le virtù possibili di ogni personaggio immaginabile rivelano tutti una qualità pregevole dell'essere umano che non mi pare estranea soltanto a noi bloggers arrabbiati e meno stagionati, ma anche alla maggioranza degli autori multimediali moderni.

Giudizio: algido.

Tempo di pescare il "famoso" Mon oncle d'Amérique.

P.S.: un'altra parola Franco/Inglese non elencata da Wiki è incapable, e temo anche il suo contrario, capable.
Questo sottotitolo ci insegna invece che per gli Inglesi pagare "alla romana"

è to go Dutch

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