29/09/10

La dolce vita

Dopo averne consumato un vasetto intero un cucchiaino alla volta, per addolcire il té in luogo del temibile saccarosio, scopro oggi che la melata è costituita da escrementi liquidi degli afidi


ed è una sorta di dessert per esapodi di cui le api fanno un miele laddove scarseggia il nettare; paradossalmente, il miele di melata non è tanto dolce (e nauseante) quanto il miele di nettare, direi anzi che è assolutamente delizioso, ma di contro a questa mia preferenza il consumatore Italiano non lo apprezza quanto gli altri Europei, e per questo dovrò bere té amaro in attesa di un nuovo omaggio del misterioso benefattore, che opera attraverso mio cugino.

Nondimeno, essendo prodotto dai fitomizi e quindi trasformato dalle api per i loro bisogni, è doppiamente anti-ecologico e ben poco in linea colle mie scelte etiche fondamentali, malgrado non comporti uccisioni... Wikipedia qui considera l'ipotesi della melata come "manna" degli Ebrei nel deserto; una teoria forse meno avvincente di quella della "macchina della manna", ma non meno interessante. I misteri della melata proseguono questa sera, sfogliando la irresistibile raccolta di cose Engrish di EngrishFunny dove una pubblicità esotica promette piaceri inconfessabili a base di honeydew:

e non avendo mai incontrato prima questo termine anglosassone -ma intuendone l'affinità con quello nostrano, di cui ho appena scoperto il significato- consulto Wiki Eng, dove scopriamo che nella mitologia Nordica la melata (in Ing. dew, rugiada, che in effetti rimanda all'aspetto e alla consistenza della biblica manna) sgocciava dall'Albero cosmico Yggdrasil... E che essa è citata nel favoloso poema di Coleridge Kubla Kahn. Bisogna ammettere che questa dolce parola ha l'aria di essere incredibilmente antica e importante, per essere una di quelle che fino a ieri non conoscevo. Non credo abbia da spartire alcunché col Gattamelata; ma qui gatta ci cova.

Il Wikizionario ci insegna che essa è anche sinonimo di "colpo di mela" e femminile di melato, variante anzichennò desueta di mielato, se non è introdotta da Mariangela in persona.
Prevedo intanto di approfondire la mia conoscenza di un altro lemma derivato dal miele, quello che è il nome della antica bevanda divina detta idromele (Ing. mead) -ugualmente derivato dal Gr. mèli- che Lévi-Strauss considera il "passaggio tra natura e cultura"; e conoscendone tanto la scarsa reperibilità in commercio quanto la facilità di preparazione, sarà meglio condurre l'analisi direttamente in cucina... Tutto ciò può condurre a livelli fantascientifici; è un mondo di parole.

1 commento:

  1. Ho scoperto poi che quel barattolo non era miele di melata (scuro, buono, ma un po' acido)-- e non so ancora che cosa fosse quell'ambrosia gialla...

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