Come abbiamo visto poco fa, talvolta l'ebreità di un individuo è tanto ovvia quanto è direttamente proporzionale al cognome materno, secondo l'infallibile regola della linea uterina.
In questo caso, mi è subito apparsa ovvia la realtà genetica di "Mrs. Russell", rivedendola in
Whore (If you're afraid to say it... Just see it) di K. Russell (1991)
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da che ostenta fattezze e proporzioni tipicamente balcaniche, ma la sua biografia su Wiki non ne fa menzione, ed ella non compare nemmeno tra gli attori giudei nati negli anni '50. In compenso, è grazie a Wiki se scopriamo che la madre di colei era tale Carole Platt née Mall; e con questo indizio è facile risalire all'origine della schiatta, da che il cognome Mall è tra i cognomi ebrei accertati su Avotaynu... Così come pure quello di Russell. Ovviamente. Ma fra i tanti, scopriamo anche "Colombo", proprio come lo scopritore delle Americhe... Dunque, tutto il resto è relativo.
Di Whore, che non è certo il migliore Russell, mi è piaciuta la colonna sonora post-jazz e la fotografia (di Amir Mokri) sporca e notturna di angoli sporchi e notturni di L.A., appena oltre la patina dorata degli assolati scenari hollywoodiani
cade sul marciapiede accanto ad una saracinesca abbassata, sul boulevard è stranamente simile a quell'angolo buio e sporco della vita che abbiamo visto (14 anni dopo) in INLAND EMPIRE:
(da notare che al cinema danno The Lair of the White Worm -di K. Russell- ma c'è anche di meglio)
ma anche qui si tratta di mignotte in servizio a Los Angeles, forse per loro prendersi qualcosa nello stomaco e cadere sul marciapedi non è tanto inconsueto... E certamente di notte le saracinesche sono tutte chiuse.
Etichettiamo quindi come accidentale questo rimando, malgrado la comparsata di Jack Nance
Altre facce famose, tanto stradali quanto televisive, quelle del tatuatore Danny Treyo
meglio noto oggi come Machete
e il vecchio Antonio Vargas
per gli amici "Huggy Bear"
Riguardo la protagonista, invece, non c'è dubbio sul fatto che avesse la faccia giusta per la parte:
Whore -cattivo gusto a parte- è lontano anni-luce da qualsiasi lavoro di Russell visto finora; ho un vago ricordo della sua precedente capatina nell'affascinante universo delle troie, con Crimes of passion, ma niente di simile a questo semi-mockumentary che narra con una certa, insolita triste sobrietà delle esperienze professionali di una peripatetica. Potrebbe bastare questo fattore a decretarne il successo, se non che la gran parte di ciò che si vede e si sente durante il film è quantomeno sconveniente, e gli intenti apologici dell'autore si perdono letteralmente per quella strada che la protagonista batte di mestiere anche durante le riprese. Non particolarmente spiacevole, rispetto alla media di spiacevolezze che è lo standard del XXI secolo ma straordinario, in questo senso, considerando l'epoca della produzione. Tutto sommato, Whore è un film carino.
Di un film che si intitola così, non si potrebbe dire di peggio.
Giudizio: carino.
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